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L’ALLARME

Da Brentino a Terrazzo l’Adige sta soffrendo. La mappa dell’emergenza

La carenza di precipitazioni in montagna e in pianura mette a dura prova le attività
Verona Anche in città la siccità ha completamente trasformato il volto dell’Adige FOTO  GIORGIO  MARCHIORI
Verona Anche in città la siccità ha completamente trasformato il volto dell’Adige FOTO GIORGIO MARCHIORI
Verona Anche in città la siccità ha completamente trasformato il volto dell’Adige FOTO  GIORGIO  MARCHIORI
Verona Anche in città la siccità ha completamente trasformato il volto dell’Adige FOTO GIORGIO MARCHIORI

Era metà febbraio, già da settimane la pioggia non si faceva sentire. A Cima Paloni, tra Belluno e Mama di Sotto, al confine con il Trentino era scoppiato un incendio: gli elicotteri dei pompieri, due con cestello della portata di mille litri e l'altro con serbatoio ventrale da 9mila, cercavano acqua per gettarla sulle fiamme. Ma di acqua, nell’Adige e nel Biffis ce n’era poca e i vigili del fuoco fecero parecchia fatica.

Brentino Belluno «D’altra parte non potevano andare sul Garda: col Baldo di mezzo è complicato», ammette il sindaco di Brentino Belluno, Alberto Mazzurana. Quando pensa all’Adige in secca, subito la mente corre a quella difficile serata, nella quale più che in altre occasioni è stato chiaro il ruolo “vitale” del fiume. Dopo aver superato Mama di Sotto ed aver fatto il suo ingresso trionfale in Veneto, l’Adige attraversa Molini, Belluno Veronese e poi giù verso Rivalta, con due anse prima di arrivare nel centro di Brentino Belluno.

Dolcè Agricoltura, industrie, sicurezza, energia: l’Adige è tutto questo. Ed è anche turismo, ricorda il primo cittadino di Dolcè Massimiliano Adamoli, raccontando che «con così poca acqua il fiume è poco navigabile e, almeno nel nostro tratto, attività come canoa e kayak difficilmente possono essere svolte». L’area da qualche anno a questa parte è diventata di richiamo per le scuole e per i turisti appassionati di sport acquatici: merito dell’«attività promozionale» dell’Adigemarathon, la maratona internazionale di canoa, kayak e rafting che ad ottobre anima il fiume. Per le giovani promesse, gli amatori e gli appassionati la partenza è qui, sull’isola di Dolcè, «ma bisognerà capire cosa accadrà nei prossimi mesi: di solito dal 15 dicembre al 15 marzo di acqua nell’Adige ce n’è poca, è normale». Il pensiero è già fisso su ottobre perché è necessario pianificarlo con grande anticipo, quell’evento.

«La scorsa settimana», spiega Adamoli, «abbiamo fatto un incontro in previsione della maratona di ottobre perché dobbiamo avere garantiti abbastanza metri cubi di acqua. Abbiamo fissato un nuovo appuntamento ad agosto». E’ più ottimista il pluricampione del mondo di canoa fluviale Vladi Panato, alla guida del Canoa Club di Pescantina, tra gli organizzatori dell’appuntamento: «In questo periodo è sempre così, poi da metà aprile a maggio cresce».

 

 

Bussolengo «Vedere il fiume in secca è un problema, ci rendiamo conto che non è normale», riprende il sindaco di Brentino Mazzurana, «e pure il Biffis è nelle stesse condizioni: dovrebbe prendere acqua dal fiume ma non ne trova, con la conseguenza che la portata in queste settimane è dimezzata».

Il Biffis scorre poi verso Verona e alimentando grazie a due “salti” altrettante centrali idroelettriche, a Bussolengo e al Chievo. «Ma se l’acqua è poca anche l’energia verde prodotta è poca», riflette il sindaco di Brentino Belluno, «e questo è un altro problema». Soprattutto in un periodo di caro bollette, nel quale l’elettricità prodotta da fonti rinnovabili potrebbe regalare un po’ di ossigeno.

Di solito in primavera la neve si scioglie e scende dalle montagne per nutrire il fiume, ma nell’inverno appena terminato ha nevicato molto poco. Così la secca rischia di durare oltre le previsioni.

Verona La secca «regala» anche delle sorprese che l’acqua e la sua corrente di solito nascondono o trasportano verso valle. «Proprio in questi giorni abbiamo trovato nell’alveo del fiume, qui all’altezza del centro città, diversi rifiuti ingombranti e mi riferiscono in particolare ad alcuni materassi di grandi dimensioni», spiega l’assessore alla Protezione civile del Comune di Verona Marco Padovani, che regolarmente si confronta con il Genio civile sullo stato di salute del fiume. «Una volta all’anno con la Protezione civile recuperiamo alberature, anche importanti, che si fermano per lo più sui piloni dei ponte. È importante toglierle, sia per rendere il fiume pulito sia perché, creando pressione, potrebbero diventare pericolose. Ma materassi e rifiuti ingombranti», conclude Padovani, «sono il risultato di questa secca: manca l’acqua che di solito spinge questi rifiuti più in là». . •.

Francesca Lorandi

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