Abbiamo voluto dimenticare e cercato in fretta il ritorno alla normalità. Ma la pandemia da Covid 19 è stata un evento talmente epocale che ha travolto il mondo, cambiandolo e modificando alcuni comportamenti consolidati. Ed è per conservare il ricordo di ciò che è stato vissuto, da tutti, che il 18 marzo è stato indicato nel 2021 da una legge dello Stato “Giornata nazionale in memoria di tutte le vittime della pandemia Covid”.
Il primo ricoverato e il protocollo Ebola
Anche in Azienda ospedaliera le bandiere saranno a mezz’asta per l’intera giornata. Qui il primo ricoverato per Covid è stato nel pomeriggio dell’8 marzo al reparto di Anestesia e Rianimazione diretto dal professor Enrico Polati, il giorno dopo partiva il lockdown totale e in una settimana i pazienti intubati e ventilati sono passati da uno a 25.In quei primi giorni di notizie frammentarie e nessuna certezza, medici e infermieri hanno cominciato la lunga serie di turni interminabili e di faticose vestizioni applicando il protocollo Ebola, il più rigido in fatto di contagi.
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Un video per ringraziare
Tutto questo ce lo ricorda un video amatoriale di due infermieri Stefano Polato e Alessandro Meneghello, coordinati dal caposala Ettore Spinelli. Dal momento che non c’era alcuna possibilità di contatto fra i sanitari e l’esterno, il video è stato fatto e diffuso per ringraziare le tante persone e organizzazioni che sostenevano il reparto inviando cibo e materiali.
“Non dobbiamo mai dimenticare ciò che siamo stati”, ha detto il direttore generale Aoui, Callisto Marco Bravi. “La pandemia è stata una dura prova per tutti, cittadini e personale sanitario. Un pensiero speciale va alle vittime e al dolore di tante famiglie che hanno vissuto in maniera repentina la perdita di un parente. Per questo la Gionata nazionale è importante, per un ideale cordoglio collettivo che unisca tutti. Ma è importante non dimenticare la grandissima prova sostenuta da medici e infermieri, a loro è toccata l’enorme responsabilità di portarci fuori dalla pandemia. Ed è anche dei loro sacrifici che dobbiamo avere memoria e rispetto. E’ grazie a tutte queste persone che hanno tenuto duro con professionalità che, oggi, l’organizzazione delle strutture sanitarie è migliorata e ha introdotto novità importanti. Abbiamo fatto tesoro dell’esperienza vissuta sul campo”.