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Alta tensione

Comune-Agsm, ecco i motivi della «guerra», tra scambi di accuse e richieste incrociate di revoca

La storia di una vicenda controversa. E quel precedente di A2A
Il presidente Stefano Casali col cda, da sinistra Fabio Sebastiano, Gianfranco Vivian, Casali, Francesca Vanzo, Stefano Quaglino, Anna Massaro
Il presidente Stefano Casali col cda, da sinistra Fabio Sebastiano, Gianfranco Vivian, Casali, Francesca Vanzo, Stefano Quaglino, Anna Massaro
Il presidente Stefano Casali col cda, da sinistra Fabio Sebastiano, Gianfranco Vivian, Casali, Francesca Vanzo, Stefano Quaglino, Anna Massaro
Il presidente Stefano Casali col cda, da sinistra Fabio Sebastiano, Gianfranco Vivian, Casali, Francesca Vanzo, Stefano Quaglino, Anna Massaro

Conviene? Farebbe fare utili, a vantaggio dei cittadini, o no? Questo è il dilemma. Caso Compago, revoche e braccio di ferro politico: guerra tra il Comune socio e Agsm, la sua azienda, ora Agsm Aim in quanto anche del Comune di Vicenza. Era già successo, tra una parte di maggioranza dell’Amministrazione Sbooarina e l’Agsm che, oltre a fondersi con Aim, era interessata a cedere rami d’azienda ad A2a Milano e Brescia. Ma Lega e Verona Domani, in particolare, si opposero: si temeva una colonizzazione lombarda. E non se ne fece nulla.

Si fece invece a fine 2020 la fusione di Agsm con Aim. Con Verona socio al 61,2 per cento e per il resto Vicenza. E ora il caso si ripropone. Agsm Aim, con la controllata Agsm Aim Energia, puntava ad acquisire il 35 per cento della lombarda Compago Srl.

 

L'operazione Compago

Partita in marzo, l’operazione è stata stoppata. Si è voluto fare chiarezza sull’operazione, ritenuta troppo costosa. Il caso è passato alla Holding Agsm Aim, presieduta da Stefano Casali, di Verona Domani, in quota a Verona. E il cda ha tolto le deleghe a operazioni straordinarie, come Compago, al consigliere delegato Stefano Quaglino - regista del piano, pure in quota a Verona - avocandole a sé e in attesa di verifiche.

Dopo varie settimane di braccio di ferro, di verbali, di perizie, il sindaco di centrosinistra Damiano Tommasi ha deciso di revocare Casali e la consigliera di amministrazione Francesca Vanzo, leghista, dicendo che sarebbe venuto a mancare il rapporto di fiducia tra socio e suoi consiglieri. Per quella che giudica mancanza di trasparenza. Gli altri tre del cda sono i vicentini Gianfranco Vivian, vicepresidente, Fabio Sebastiano e Anna Massaro.

A questo punto, però, il cda, che ha convocato su richiesta di Tommasi il 7 dicembre l’assemblea dei soci per le due revoche, a sua volta vuole revocare Quaglino. Sulla base dei risultati di tre perizie. Insomma, un braccio di ferro tra il Comune di Verona e due dei suoi tre consiglieri - che come Quaglino furono nominati dall’Amministrazione Sboarina - ma anche di fatto tra Comune di Verona e quello di Vicenza, guidato dal sindaco di centrodestra Francesco Rucco, che ha confermato i suoi tre consiglieri e ha fatto votare per revocare Quaglino. Nonostante Tommasi avesse chiesto a Rucco di non far partecipare i suoi tre al cda di lunedì scorso, quella che ha chiesto la revoca di Quaglino.

 

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Ma perché questa guerra fratricida? 

Un passo indietro. Compago Srl, anzitutto, è una holding di partecipazioni che controlla diverse società tra cui Compagnia energetica italiana, attiva nel business della vendita di energia elettrica e gas. Con ricavi per 350 milioni e 165mila clienti gestiti nel 2021, Compagnia Energetica Italiana è attiva nella commercializzazione di prodotti e servizi luce e gas per Small Business, Pmi, industria, pubblica amministrazione, condomini e reseller. Secondo il progetto Compago punta a consolidare a bilancio i risultati operativi. L’operazione, secondo il piano, consentirebbe ad Agsm Aim di superare il target di un milione di clienti - sia luce che gas - centrando l’obiettivo previsto nel Piano industriale al 2024.

 

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Inoltre le competenze di Compago consentirebbero di allargare il perimetro di servizi offerti, quali la piattaforma digital e il modello di previsione dei consumi, anche ai clienti Agsm Aim. Sarebbe di sette milioni la somma che Agsm Aim sborserebbe per acquisire il 35 per cento di Compago, che già ha un margine operativo lordo di 8,5 milioni. 

 

Le operazioni preliminari

Il nodo è sempre stato il valore di Compago, però. È di 67 milioni? Ma intanto, quali sono state le tappe? Contatti preliminari a fine 2021. Il 15 marzo 2022 l’operazione Compago viene per la prima volta presentata al cda di Agsm Aim a cui viene comunicato che è stata presentata un’offerta non vincolante e che si procederà a “due diligence” sulla società target. Il 14 luglio presentazione formale al cda dell’operazione e dell’esito della “due diligence” su Compago. Il 20 luglio riunione dedicata solo a Compago e il cda «esprime condivisione sulla bontà dell’operazione».

Si va al 29 luglio, altro cda, dove vengono illustrati gli ultimi passaggi. Nel verbale si dice che il cda unanimemente conferma l’interesse del gruppo per l’operazione, considerata di rilevanza strategica. L’azienda, peraltro, fa filtrare e poi dichiarerà di non aver mai deliberato nulla. Quaglino informa che procederà con Agsm Aim Energia a perfezionare l’operazione. 

 

Lo stop a fine settembre

L’1 agosto Quaglino anticipa a cda di Agsm Aim Energia, presieduto da Mario Faccioli, l’operazione, illustrata il 5 agosto. Il 17 agosto l’assemblea dei soci di Agsm Aim Energia delibera di autorizzare l’investimento e al termine dell’assemblea il cda di Energia approva e dà all’ad Mazzucato il mandato di procedere e si arriva al contratto preliminare, il 24 agosto, e dà avvio alle procedure di autorizzazione con l’antitrust. Il 13 settembre Quaglino illustra al cda di Agsm Aim quanto fatto. Il 24 settembre però Agsm Aim Energia blocca tutto - ravvisando una presunta non convenienza - e chiede la convocazione del cda della holding.

Il 26 settembre i due cda congiunti danno mandato al consigliere Fabio Sebastiano, avvocato, di comprendere il perché la controllata Agsm Aim Energia ha bloccato tutto. E il 20 ottobre il cda revoca alcune deleghe a Quaglino: operazioni di acquisizioni e fusioni, stipula di contratti di consulenza, assunzioni-licenziamenti relativi a dipendenti e quadri. Nel frattempo incontro con Tommasi, del cda. In seguito il sindaco chiede di avere tutta la documentazione delle perizie di Ref Ricerche Srl, di Intermonte e un’altra di carattere legale. Dalle quali risulterebbe che l’operazione Compago non conviene ed è sovratimata dal punto di vista economico.

 

La richiesta di Tommasi per "mancanza di trasparenza"

Tommasi però non si fida, denuncia mancanza di trasparenza verso il Comune. E chiede che Casali e Vanzo si dimettano. Questi non lo fanno. Si convoca invece il cda lunedì e questo - presenti Casali e i tre vicentini, che Tommasi aveva chiesto a rucco di non far partecipare - chiede invece la revoca anche di Quaglino, «per giusta causa» e con azione di responsabilità verso di lui, nell’assemblea dei soci fatta convocare da Tommasi al cda per revocare Casali e Vanzo. Tommasi però ha riaperto le candidature per il cda, scadenza venerdì, e si parla di Federico Testa, già presidente di Enea, al posto di Casali. Si prevedono battaglie legali.

 

Analisi e valutazioni

Nelle prossime ore saranno trasmessi tutti i documenti e i verbali del cda nel quale sono state presentate le indagini delegate dall’intero cda a Sebastiano, con il parere unanime favorevole del collegio sindacale. I sindaci dunque potranno valutare oggettivamente i dati dell’operazione. E chi ha fatto o meno gli interessi della società: l’intero cda o Quaglino? Il cda ha poi ritenuto di verificare anche le procedure di assunzioni e di spese adottate da Quaglino.

Il centrodestra attacca Tommasi, a Verona, difeso dal centrosinistra, anche a Vicenza. «Sono orgoglioso», dice Casali, «che i sindaci possano verificare a ore i risultati delle verifiche depositate dal cda da me presieduto». Si va al vedo.

Enrico Giardini

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