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L’INTERVISTA a Cinzia Bonfrisco

«Io nella lista nera dell’Iran per aver difeso le donne»

L'europarlamentare veronese della Lega si è battuta per l’esclusione dell'Iran dalla commissione Onu sulla condizione femminile
La veronese Anna Cinzia Bonfrisco
La veronese Anna Cinzia Bonfrisco
La veronese Anna Cinzia Bonfrisco
La veronese Anna Cinzia Bonfrisco

Nella lista nera dell’Iran, messa nel mirino dal regime islamico. C’era anche l’eurodeputata veronese della Lega Anna Cinzia Bonfrisco nell’elenco di altri parlamentari ed esponenti della politica europea che hanno ricevuto le sanzioni da parte dell’Iran in risposta alla condanna del Parlamento europeo delle violazioni dei diritti umani nel Paese mediorientale. «Già mesi precedenti avevo promosso l’esclusione del regime dalla commissione Onu sulla condizione delle donne e avevo pronunciato diversi interventi in plenaria», conferma Bonfrisco.

 

Lei ha parlato di «decisione che ci conferma di essere dalla parte giusta» dopo le sanzioni...

Per tutti i regimi è intollerabile la proposta culturale e politica di un mondo libero, dove i diritti e le libertà sono universali e inalienabili, che donne e ragazze rappresentano, non, come qualcuno vorrebbe farci credere, una “questione interna” soggetta alla libera interpretazione del regime di turno.

 

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Sulla situazione in Iran finalmente si sono accesi i riflettori internazionali dopo anni di buio, crede che qualcosa si stia muovendo?

Nel 2019, all’inizio di legislatura, a parlare di Iran eravamo veramente in pochi. Negli ultimi mesi il Parlamento europeo ha preso invece l’impegno di sostenere i manifestanti che lottano e soffrono per uno Stato libero e laico, mentre la Commissione europea e il Consiglio hanno sanzionato duramente il regime. È un cambio di rotta epocale, anche da parte dei media nazionali ed europei. Per questo bisogna ringraziare tutti gli attivisti, esponenti della diaspora, donne e ragazze della resistenza iraniana, che hanno dato voce al loro popolo nelle istituzioni e nelle piazze. È questo coraggio che ha accesso la fiamma della speranza.

C’è una donna incinta in carcere condannata a morte per le sue proteste, cosa può fare l’Europa e la comunità internazionale?

Casi come questo dimostrano ancora una volta che il regime è la più grande aberrazione della Storia contemporanea. Uccidono, torturano, opprimono donne e ragazze perché sanno bene che sono loro la speranza di un Iran libero, senza regime. Quello che noi possiamo fare è colpire il regime, convocando i loro ambasciatori, sanzionando ogni loro iniziativa contro la dignità umana. Per non lasciare solo quel popolo a cui negano la vita e, in particolar modo, alle donne e ragazze che negli ultimi settant’anni in Iran sono le uniche che sono riuscita ad opporsi agli ayatollah.

 

 

Questa sorta di rivoluzione viene portata avanti dalle donne, come aiutarle?

Le donne e le ragazze sono la parte migliore dell’umanità. Dove le donne sono coinvolte c’è una democrazia più sana, maggiore possibilità che una guerra finisca e un accordo di pace sia stabile nel tempo. L’Unione europea è molto attiva a sostenere le donne e le ragazze, soprattutto in quelle zone del mondo in cui sono oppresse e vittime di crimini efferati, nella maggior parte dei casi utilizzando la religione come scusa. Penso anche all’Afghanistan, dove le donne vedono negato ogni accesso alla vita pubblica dai talebani.

Qual è la situazione in Italia da questo punto di vista ed in generale sulla questione femminile?

Molto dobbiamo alla legge Golfo-Mosca allo scopo di tutelare la parità di genere nell'accesso agli organi di amministrazione e di controllo delle società quotate. È stato inoltre introdotto nel 2019 il Codice Rosso, per una migliore tutela delle vittime di violenza domestica e di genere. Ma possiamo fare di più e promuovere la parità di genere a tutti i livelli.

Di cosa si occupa a Bruxelles?

Come componente della commissione speciale sulle ingerenze nell’Unione europea ho contribuito alla reazione allo scandalo del Qatargate. Un altro impegno sarà dedicato al pericolo di un’aggressione cinese a Taiwan, oltre alla mia particolare attenzione ai diritti degli animali.

Che momento vive la politica italiana? E quella veronese?

Il nuovo governo Meloni credo abbia dato ottima prova di come gli interessi dell’Italia possono essere fatti valere in Europa. Penso ai temi dei migranti, dell’energia e della guerra in Ucraina. Per Verona mi aspetto che non fermi la sua proiezione di sviluppo verso l’Europa, investendo in infrastrutture e servizi per i cittadini degni di una importante città europea, mettendosi a fianco delle imprese eliminando burocrazie inutili e curando maggiormente il contesto favorevole alle imprese.

Luca Mazzara

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