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Intervista a Nicola Farinetti

«Cibo, arte e divertimento. Eataly nell'ex ghiacciaia sarà davvero unico»

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Nicola Farinetti nell'ex ghiacciaia dove ci sarà Eataly (foto Marchiori)
Nicola Farinetti nell'ex ghiacciaia dove ci sarà Eataly (foto Marchiori)
Nicola Farinetti nell'ex ghiacciaia dove ci sarà Eataly (foto Marchiori)
Nicola Farinetti nell'ex ghiacciaia dove ci sarà Eataly (foto Marchiori)

A sentirlo parlare quasi ci si dimentica del cantiere ancora in corso e dei rumori dei trapani degli operai. Pare quasi di vederli quei mille colori e i profumi di un luogo che vuole cambiare la percezione del cibo anche a Verona, come ha già fatto in Italia e nel mondo. Nicola Farinetti è il ceo di Eataly, la catena fondata da papà Oscar punto di riferimento per la distribuzione di generi alimentari italiani di qualità. A Verona aprirà negli spazi dell’ex ghiacciaia di fronte alla Fiera, con un restauro fortemente voluto da Fondazione Cariverona e firmato dall’architetto internazionale Mario Botta. Oltre diecimila metri quadrati di celle refrigerate e una cupola di cemento armato dal diametro di 24 metri saranno resi funzionali dopo un lungo periodo di abbandono per ospitare la nuova sede di Eataly e di Eataly Art House.

«L’obiettivo è aprire a fine settembre e ce la faremo, quando fai dei progetti di rinnovamento di strutture così vecchie è tutto molto complicato ma rispetteremo i tempi», sorride Farinetti, promosso al vertice di Eataly dopo una lunga esperienza negli Stati Uniti. «Il passaggio di testimone? Con una chiamata di 23 o 24 secondi alla Oscar, mi ha detto cosa voleva fare e ho pensato che in fondo non mi sarebbe dispiaciuto tornare in Italia. E non sarei qui ad occuparmi di Verona se non l’avesse fatto. Perché Verona? Questo progetto ci è piaciuto tanto, Fondazione Cariverona ha avuto una visione meravigliosa e abbiamo fatto una grande scommessa, rilanciare un posto vuoto da molti anni, da sempre uno dei valori della nostra azienda è costruire il meno possibile e ridare vita a luoghi dimenticati. Con Botta, architetto di livello mondiale, ci siamo divertiti assieme ai nostri architetti, quando entreranno i prodotti con tutti i colori ci sarà un bel contrasto con l’architettura industriale. E poi non lo devo dire io, Verona è una città importantissima ed una vetrina dell’Italia per il mondo, ci piace pensare che questo Eataly possa diventare un punto di riferimento non solo dei veronesi ma anche per chi arriva da Mantova, Brescia, Bergamo e il resto del Veneto».

E il meraviglioso recupero della ghiacciaia e degli spazi adiacenti sembra già casa sua, mostra il pavimento, le luci, descrive gli scaffali di prodotti che mancano ancora ma che sembra già di vedere. «Questo è un territorio di grandissime eccellenze enogastronomiche, vogliamo arrivare al 20 per cento di prodotti che venderemo del territorio, parliamo di circa duemila prodotti: dal mondo dei lievitati di cui Verona è maestra a quello del vino con più di 400 etichette, e ancora prodotti della zona del lago di Garda, della Lessinia dove ci siamo sbizzarriti con i salumi, i formaggi e le carni, lo facciamo con grande felicità consapevoli che più conosciamo il territorio e più saranno i prodotti che potremo esportare anche all’esterno, a Londra piuttosto che a New York. Pescheremo da piccoli, medi e grandi produttori, dalla pasta fresca alla pasticceria, fino ai tortellini di Valeggio e altro ancora. Un prodotto locale? Troppo facile dire il vino, scelgo il risino allora che prendo sempre al bar a colazione».

Eataly a Verona assumerà oltre 100 persone, un impegno importante in un periodo non facile dal punto di vista economico, anche per le famiglie. Come conciliare allora il cibo di qualità con un prezzo accessibile? «Il prodotto di qualità dominerà sempre di più il mercato, gli aumenti di materie prime e bollette si sentono e ognuno fa i suoi conti, noi facciamo un grande sforzo per coprire tutta la gamma dei prezzi, dando sempre un’alternativa e coprendo un range ampio, ad esempio facciamo un pane in forno a legna con farine biologiche macinate a pietra venduto a 3,60 euro al chilo».

Sempre con grande attenzione all’ambiente, nei prodotti e nella struttura che a Verona sarà ad alto efficientamento energetico. «L’attenzione all’ambiente è parte del nostro dna, la scelta di questo edificio anziché costruirne uno nuovo va proprio in questa direzione sostenibile, abbiamo cambiato l’80 per cento del nostro packaging eliminando le plastiche e abbiamo l’obiettivo di zero rifiuti collaborando con Lamacart, un’azienda del territorio che ci piace molto». Con un approccio al cibo completamente cambiato rispetto a qualche anno fa, quando anche Eataly ha contribuito ad una visione diversa di quello che si mangia. «L’approccio generale al cibo è migliorato, ma c’è ancora tanto da fare», conclude Farinetti, «ora entriamo nel nuovo stadio: dopo aver toccato la parte della bocca, del gusto e della produzione ora entriamo in quello della salute, rendendoci conto sempre di più di quanto mangiare bene faccia veramente bene a noi stessi, un giorno riusciremo ad arrivare al concetto che invece di andare dal medico farò la spesa in maniera diversa. Perché venire a Eataly Verona? «Sarà un negozio molto divertente e mi piacerebbe che come noi ci siamo innamorati di tutto questo anche i veronesi ne siano orgogliosi». 

Luca Mazzara

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