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Caso Provolo, l'associazione
e la curia trovano un accordo

INCONTRO IN VESCOVADO. Si è chiusa con una stretta di mano la querelle tra il presidente Dalla Bernardina e Zenti. Ed è stata annunciata la costituzione di una commissione indipendente chiamata ad accertare i fatti di pedofilia denunciati dagli ex allievi dell'istituto lo scorso anno
La stretta di mano in curia tra il vescovo Zenti e Giorgio Dalla Bernardina DIENNEFOTO
La stretta di mano in curia tra il vescovo Zenti e Giorgio Dalla Bernardina DIENNEFOTO
La stretta di mano in curia tra il vescovo Zenti e Giorgio Dalla Bernardina DIENNEFOTO
La stretta di mano in curia tra il vescovo Zenti e Giorgio Dalla Bernardina DIENNEFOTO

Verona. Una stretta di mano, in privato, in Curia. Le scuse formali, sempre in privato e l'annuncio della costituzione di una commissione indipendente «terza e imparziale» che dovrà accertare i fatti di pedofilia denunciati dagli ex allievi del Provolo. Nessuna dichiarazione, nessun commento, nulla a che vedere con il clamore di quell'incontro con la stampa che rappresentò il primo atto di una serie di contrasti verbali e a suon di denunce tra il vescovo e l'associazione sordi Antonio Provolo.
Poi sono stati i legali di entrambe le parti a diffondere un comunicato stampa, lo ha letto l'avvocato Enrico Morgante che con Mario Vittore de Marzi rappresenta il vescovo, ma il testo era stato concordato con i difensori dell'associazione sordi Provolo, Paolo Tacchi Venturi e Giuseppe Rossodivita.
Si è chiusa così la querelle tra il presidente dell'associazione Giorgio dalla Bernardina e monsignor Zenti, querelato per le frasi pronunciate in conferenza stampa nel gennaio 2009, poche ore dopo l'uscita in edicola del settimanale L'Espresso che riportava i racconti dell'orrore. Ovvero le violenze subite per anni dai bambini sordomuti ospiti dell'Istituto, abusi sessuali e botte ad opera di sacerdoti e fratelli laici all'interno del Provolo. Abusi che emersero a distanza di decenni e sulla cui veridicità monsignor Zenti espresse critiche e forti dubbi, parlò di denunce di abusi usati come ricatto per usufruire dei beni dell'Istituto, parlò di plagio.
Finisce così, con un incontro privato (l'accesso nella stanza del vescovo è stato concesso ai soli fotografi) e con un patto tra gentiluomini: la denuncia verrà ritirata e oggi l'udienza davanti al gip Isabella Cesari (che avrebbe dovuto decidere sull'accoglimento della richiesta di archiviazione della posizione monsignore, indagato per diffamazione) terminerà con la pronuncia di «non luogo a procedere per intervenuta remissione di querela».
LE SCUSE. Monsignor Giuseppe Zenti «ha manifestato le proprie scuse al signor dalla Bernardina», riporta il comunicato, «pur chiarendo e precisando di non aver mai voluto offendere né il signor dalla Bernardina personalmente, né l'associazione sordi e tanto meno meno i sordi associati». E riguardo alle frasi «le esternazioni del vescovo piuttosto erano dettate dalla volontà di difendere la propria diocesi da quelle che, in quel momento, sembravano essere accuse ingiustificate».
LE RASSICURAZIONI. Le scuse e l'accettazione di colui che si sentì offeso dalle esternazioni: «Giorgio dalla Bernardina dal canto suo accetta le scuse e ribadisce di non aver mai ricattato, mai plagiato i sordi e mai falsificato o scritto di proprio pugno le dichiarazioni rese dai sordi inerenti ai fatti di pedofilia, di non aver mai avanzato pretese sui beni del Provolo e di non mai pensato di ambire alla carica di presidente nazionale dell'Ens».
LA COLLABORAZIONE. L'intento comune sarà una «fruttuosa collaborazione improntata al reciproco rispetto». In nome di questo l'accordo più importante: «la fattiva collaborazione dell'associazione Provolo nell'ambito dell'inchiesta che la Curia si appresta a realizzare con la creazione di una commissione indipendente, terza ed imparziale, al fine di accertare i fatti di pedofilia denunciati dai sordi ex allievi dell'Istituto». Quell'inchiesta disposta dal Vaticano un paio di mesi fa, che non è iniziata fors'anche perchè in sospeso c'erano le dichiarazioni del gennaio 2009. Quei dubbi sulla veridicità dei racconti rappresentarono un'altra difficoltà da superare dopo abusi e anni di silenzio. Quella difficoltà da ieri è ufficialmente diventata collaborazione.

Fabiana Marcolini

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