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Bollette «in vetrina» alle Monte Bianco

Caro energia, sos delle piscine: «Costi alle stelle, così resistiamo solo un altro mese»

Bollette «in vetrina» alle piscine Monte Bianco
Bollette «in vetrina» alle piscine Monte Bianco
Bollette «in vetrina» alle piscine Monte Bianco
Bollette «in vetrina» alle piscine Monte Bianco

«Possiamo resistere ancora 30 giorni, fino alla fine del mese. Poi, se le cose non cambiano, saremo costretti a chiudere le vasche». È categorico l'allarme lanciato da Massimo Dell'Acqua, presidente e amministratore della società concessionaria - la Css- che dal 2005 gestisce l'impianto natatorio Monte Bianco per conto del Comune. «Faccio questo lavoro da trent'anni e una simile situazione non si era mai vista. Per riuscire a non andare in perdita dovremmo fare pagare l'ingresso 50 euro a persona, invece che 7. Le bollette sono lievitate a dismisura e nel frattempo nessuna amministrazione, né la precedente né l'attuale, ci ha ancora dato un riscontro sulla precisa richiesta di aiuto. Non è stato attuato nemmeno un adeguamento Istat, le tariffe di ingresso sono bloccate dal 2013».

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Qualche giorno fa, proprio per dare voce al settore e dimostrare all'utenza quando sia disperata la situazione, Dell'Acqua ha deciso di aderire all'iniziativa bollette in vetrina e ora i costi di luce e gas sono ben evidenti all'ingresso dell'impianto. I soli costi dell'energia elettrica di luglio, rispetto quelli dell'anno scorso, sono schizzati da 14 a 59 mila euro. Per il gas, a gennaio, sono stati sborsati 30 mila euro, rispetto ai poco più di 6mila del 2021. «Gli utenti fotografano la bolletta, si stupiscono e iniziano a dimostrare più comprensione verso questioni su cui prima c'erano stati dei motivi di scontro, come i temporizzatori adottati per le docce e i phon o la diminuzione della temperatura dell'acqua delle vasche. La cura dimagrante l'avevamo già iniziata, visto le perdite subite dopo due anni di chiusura imposta dalla pandemia. Ora non c'è margine nemmeno per andare in pari, la situazione è insostenibile. Possiamo garantire il servizio solo se saremo supportati dal governo o dal Comune».

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Tutte le piscine comunali di Verona sono gestite da società private che hanno l'obbligo di rispettare tariffe convenzionate. «Abbiamo chiesto un adeguamento all'indice Istat e anche qualcosa in più, ma in ogni caso si tratterebbe di palliativi a fronte di bollette che sono diventate 4 o 5 volte quelle del passato», evidenzia Dell'Acqua. «Nel contratto di concessione è precisato che, in caso di eventi straordinari, come appunto una pandemia o una guerra, il Comune deve intervenire ripianando il piano finanziario presentato all'inizio. Avevamo già chiesto aiuto nel post pandemia, ora la situazione è decisamente più drammatica e la decisione del Comune si sta facendo attendere oltre ogni limite».

La società ha nel frattempo già chiuso un impianto privato nello sport Village di Bussolengo, lasciando a casa 30 persone. Tra personale, istruttori, assistenti ai bagnanti le Monte Bianco danno impiego a circa un centinaio di persone. «Avremmo chiuso già a gennaio anche in via Monte Bianco, ma i clienti avevano già pagato i corsi», fa notare il gestore. «Ci siamo indebitati sperando che la situazione finisse o si avvicinasse alla normalità ma le variazioni di prezzo sono enormi e del tutto incontrollabili. Abbiamo duemila metri cubi d'acqua da riscaldare e chiediamo al Comune o di riequilibrare il piano finanziario o di prolungarci il contratto, che dovrebbe scadere nel 2025, per ulteriori 12 anni, dandoci il tempo – se tutto va bene - di riprenderci e riguadagnare quanto perso finora. Sempre con la grande incognita di quanto perderemo ancora». Dell'Acqua parla anche di un progetto per la riconversione tecnologica dell'impianto a energia rinnovabile. «Il piano di transizione ecologica prevede l'obbligo di determinati interventi da parte dei Comuni per favorire le rinnovabili, e questo potrebbe essere un buon inizio», conclude.

Chiara Bazzanella

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