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L'impresa

Cane finisce nel Biffis: in due rischiano la vita per portarlo in salvo

Erano impegnati in un normale allenamento, quando hanno sentito guaiti disperati provenire dal canale
Milo con Mauro Vanzo, uno dei suoi due salvatori, che hanno rischiato la vita per strapparlo al Biffis
Milo con Mauro Vanzo, uno dei suoi due salvatori, che hanno rischiato la vita per strapparlo al Biffis
Milo con Mauro Vanzo, uno dei suoi due salvatori, che hanno rischiato la vita per strapparlo al Biffis
Milo con Mauro Vanzo, uno dei suoi due salvatori, che hanno rischiato la vita per strapparlo al Biffis

Come siano riusciti nell’impresa, faticano a comprenderlo perfino loro. Ma quando hanno intravisto quel cane, un giovane segugio nero, annaspare disperatamente nelle acque del canale Biffis, spazzato via dalla corrente, non hanno avuto indugi e le hanno fatte tutte per trarlo in salvo. Con tenacia, sangue freddo e forse… un pizzico di incoscienza. I protagonisti di questa storia di generosità, accaduta domenica mattina, passate le 8.30, sono due runner rispettivamente di Bussolengo e Pescantina: Mauro Vanzo, 39 anni, operaio, e Yorick Fasoli, 38, geometra, amici da una vita, cresciuti insieme con la grande passione comune della corsa.

Trascinato via dalla corrente

«Ci stavamo allenando, come tante altre volte, sulla pista ciclabile che costeggia il Biffis, scendendo da Piovezzano a Bussolengo. All’altezza dell’area di sosta che c’è circa a metà strada», inizia a raccontare Fasoli, «la nostra attenzione è stata attirata da forti guaiti. Abbiamo subito gettato uno sguardo nel canale e abbiamo visto il cane in acqua. Si dibatteva per stare a galla, piangendo e rischiando di finire sotto. Nuotava con tutte le sue forze, cercando di avvicinarsi all’argine, ma veniva trascinato via, in direzione di Bussolengo».

I due amici hanno quindi accelerato la loro corsa per non perdere di vista il povero animale. Hanno scarpinato per oltre mezzo chilometro, senza riuscire a trovare un punto favorevole dal quale avvicinarsi alla sponda per intercettarlo. Poi hanno deciso di attraversare un ponticello, portandosi sull’altro lato, da dove era più facile sporgersi verso il livello dell’acqua, che però è un paio di metri più in basso rispetto al camminamento. E qui, i due amici si sono cimentati in vere acrobazie pur di portare a compimento il salvataggio.

Si è aggrappato a un bastone con i denti

Continua Vanzo: «Yorick mi ha trattenuto per le gambe, mentre io mi allungavo nel canale per cercare di afferrare il cane. Ci abbiamo provato due o tre volte, senza però riuscirci, perché la corrente lo allontanava sempre più dalla riva e da noi». Poi l’idea: «Serviva qualcosa, come un’asta o un bastone, per riuscire a raggiungere la bestiola. In fretta e furia, abbiamo recuperato un lungo ramo e lo abbiamo sporto fino al centro del corso d’acqua», proseguono i due runner.

«Intelligentemente, il cane ha capito subito cosa doveva fare. Ha provato ad aggrapparsi al ramo mordendolo tra i denti, ma ogni volta la corrente era più forte, e lui perdeva la presa». «Lo incitavamo a riprovarci», aggiungono Vanzo e Fasoli, «rimettendo il bastone sulla sua traiettoria. Il cane però era visibilmente sfinito. I suoi movimenti si facevano sempre più deboli. Stavamo per perdere la speranza che ce la potesse fare. Invece, con un ultimo slancio, è riuscito a stringere il legno in bocca abbastanza saldamente perché noi riuscissimo ad avvicinarlo e a issarlo sulla riva».

La bestiola, finalmente sulla terraferma, era proprio malridotta: tremante e ghiacciata; le zampe sanguinanti per le numerose ferite; qualche unghia strappata, probabilmente nel tentativo vano di risalire da solo sull’argine. «Si è accucciato immobile ai nostri piedi. Mi sono tolto la maglietta e l’ho avvolto, massaggiandolo per riscaldarlo», spiega Vanzo. «Intanto cercavamo di capire come rintracciare il proprietario. L’animale aveva al collo un collare Gps, ma intorno non si vedeva nessuno. Abbiamo fatto varie telefonate, chiamando tra l’altro i carabinieri e i gestori del canale. Sarà passata così una quarantina di minuti. Poi abbiamo sentito il fischio di un richiamo e un uomo che chiamava a gran voce».

Era corso via, spaventato da una volpe

Ed è a questo punto che Daniele Mascanzoni, il proprietario di Milo - nome del cane - è corso incontro ai due runner, sbracciandosi e piangendo. Era uscito a caccia nella boscaglia della zona, insieme anche al suo altro segugio. Ma Milo, schizzando all’inseguimento di una bestiola selvatica, forse una volpe, era scomparso dalla sua vista: «Il Gps me lo segnalava a una distanza di oltre mezzo chilometro. Sono sceso verso il canale, chiedendo a ogni persona che incontravo. Alla fine un ciclista mi ha detto che due persone avevano appena tirato fuori un cane dal canale. Ho capito subito che si trattava di Milo e mi sono disperato, perché ero certo di ritrovarlo morto», racconta il proprietario.

Che aggiunge: «Sono grato ai due ragazzi. L’idea del ramo è stata la salvezza del mio cane». Milo è stato portato dal veterinario e ora sta bene. E i runner? «Quando, a casa, abbiamo raccontato l’accaduto alle rispettive consorti, ci siamo un po’ presi degli incoscienti. Ma ai nostri bambini brillavano gli occhi: ci hanno detto che siamo papà-eroi».

Lorenza Costantino

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