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Il tema

Camerieri sempre più introvabili. «Iscritti in calo all'alberghiero. E pochi vogliono lavorare la domenica»

Turisti sul Lago di Garda
Turisti sul Lago di Garda
Turisti sul Lago di Garda
Turisti sul Lago di Garda

Sono in calo iscritti e diplomati agli istituti professionali veronesi per la ristorazione e i servizi alberghieri, dal Carnacina di Bardolino e Valeggio al Berti di Chievo con sedi staccate a Caldiero e Soave, dopo anni di boom sulla scia di programmi tv cult come «Masterchef».
Calo in linea con i dati nazionali, sottolineano i dirigenti scolastici Eugenio Campara del Carnacina e Daniele Furlani del Berti, consapevoli comunque di come in Veneto vada meno peggio che in altre parti d’Italia: nella nostra regione il 47,7% degli iscritti alle superiori per l’anno 2022-23 sceglie i licei, il 38,3% i percorsi tecnici e solo il 14%, a fronte dell’11% della media nazionale, opta per gli istituti professionali.
Eppure il lavoro sembrerebbe assicurato, considerato il boom di richieste di impiego stagionale da parte di bar, ristoranti, alberghi da Verona al lago di Garda, presi d’assalto dai turisti in questi mesi di ripresa economica post Covid. Con il conseguente grido d’allarme degli operatori che cercano personale senza trovarlo e sono costretti loro malgrado a sbrigarsela sotto organico.
Così il cortocircuito è garantito. Le attività pullulano di clienti e fioccano le prenotazioni, ma all’appello mancano camerieri, lavoratori in cucina o dietro al bancone.

 

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«Riceviamo moltissime richieste ogni settimana da parte di aziende e attività che ci fanno presente bisogni, opportunità e impieghi», spiega Campara, «ma non riusciamo a soddisfarle tutte». Stretti tra il calo degli studenti e l’impennata della domanda, gli istituti Carnacina e Berti rispondono come possono alla crisi del reclutamento in atto: potenziando l’offerta formativa tanto in classe quanto nell’alternanza scuola-lavoro, promuovendo progetti con le imprese e le associazioni di categoria oltre che intessendo una rete di rapporti istituzionali con il territorio.
Quest’anno dai plessi di Bardolino e Valeggio il Carnacina diplomerà 180 studenti, nell’anno scolastico 2020-21 erano 210. «Un calo lieve, ma che si nota nel tempo, soprattutto a fronte di una domanda tanto elevata», continua il dirigente. Nel mercato del lavoro veronese ne arriverà comunque un 60%, fa notare Campara: «In alcuni casi decidono di perfezionare la formazione e proseguire ancora gli studi, in altri di partire per esperienze all’estero, in altri ancora di fare tutt’altro che garantisca magari il fine settimana libero».
Di storie ce ne sono tante, e pure agli antipodi. C’è il ventenne Matteo Muzza, in Valpolicella, diplomato cuoco all’istituto Carnacina che ha scelto di fare l’idraulico per conciliare lavoro e passione per il calcio: «Sono contento così, per me è importante lavorare ma anche dedicarmi al mio sport preferito».
Oppure c’è Enrico Paiola, di Valgatara, 35 anni e all’estero da quando ne aveva 23, sempre diplomato a Bardolino, premiato mesi fa come executive chef del miglior ristorante di Dubai. «Al Berti abbiamo tre plessi per un totale di 800 studenti e un’offerta completa, che comprende stage, collaborazioni ed eventi con enti e istituzioni, anche il serale», continua Furlani. «Formiamo lavoratori qualificati che promuovono l’arte culinaria, la cultura, l’accoglienza del nostro territorio. Occorre però che anche il sistema privato turistico, ricettivo e della ristorazione, investa in loro. Magari migliorando quanto previsto dai contratti di settore. Dobbiamo crederci, e fare tutti qualcosa. Soprattutto ora, dopo il Covid: è stato devastante nel nostro ambito e ha spinto molti giovani a scegliere altre attività con cui meglio conciliare, anche, vita lavorativa e privata».

Camilla Madinelli

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