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La storia

Sei gradini da superare: Paola ritorna libera grazie all’aiuto dei suoi vicini

Borgo Venezia: inquilini uniti per ridare a una donna la possibilità di muoversi
Damiano di Giovanni, l’amministratore, con alcuni condomini sul dispositivo per disabili
Damiano di Giovanni, l’amministratore, con alcuni condomini sul dispositivo per disabili
Il servizio di Silvia Beltrami

Un condominio unito, ed è già merce rara. Soprattutto se si tratti di spendere circa 10mila euro ed aiutare così una donna disabile, installando una piattaforma per superare i sei gradini dell’ingresso, il confine tra la libertà e un’involontaria reclusione. Lo hanno fatto, le venti famiglie del palazzo «Fracastoro», al numero 1 della via omonima. L’impianto, prodotto italiano di un’azienda fiorentina, è già installato. Verrà inaugurato in uno dei prossimi fine settimana, con una cerimonia tra buoni vicini. Buoni davvero, perché è un po’ come nel proverbio. Fa notizia l’uomo che morde il cane, ma anche l’inquilino che mette mano al conto corrente senza essere direttamente coinvolto.

Paola, simbolo della comunità

La protagonista della storia è Paola, ormai sulla soglia della mezza età, affetta da sindrome di Down, figlia di genitori ora ultraottantenni. Una donna viva, inserita nella comunità, voce nel coro parrocchiale. Conosciuta da tutti o, come dice qualcuno, «quasi un simbolo della comunità» in Borgo Venezia. Andava tutto bene fino a qualche tempo fa, poi le sue condizioni sono peggiorate. Muoversi per lei è divenuto un problema, ancora più per i genitori, non in grado, causa l’età, di aiutarla nello scendere quei sei bellissimi scalini in marmo che, all’improvviso, erano divenuti invalicabili come il fossato di un castello.

Paola, attualmente, è ospite della Piccola Fraternità di via Barana. Grandi persone, altrettanta attenzione. Ma non è casa. La soluzione, per lei, stava nel rendere superabili quei gradini. Un nodo su cui, normalmente, in un’assemblea condominiale divampa lo scontro tra gli interessati e gli altri condomini. Che spesso si conclude con un sostanziale «si arrangino per le spese». O peggio con un «niet» motivato dal presunto decoro di un ingresso.

«Ammetto di essere rimasto piacevolmente stupito dalla scelta della ventina di famiglie residenti», racconta Damiano di Giovanni, amministratore dell’immobile, iscritto all’albo dell’A.n.amm.i, sigla nazionale ed europea del settore. Il palazzo, infatti, ha due scale: la «A» non presenta ostacoli all’accesso, la «B», dove vive Paola, deve fare i conti con i sei gradini. «Trattandosi in ogni caso di uno spazio comune, che interessa l’area di parcheggio dei motorini, serviva l’assenso anche dei condomini non direttamente interessati. E c’è stato, senza problemi, con un gesto che, credo, faccia onore a tutti».

Sei scalini che diventano un ostacolo insuperabile

Il resto è tecnica. Di Giovanni ha svolto le pratiche, sfruttando le agevolazioni quanto a credito d’imposta e sconto in fattura. E indirizzando la scelta verso un sistema di sollevamento autonomo, protetto da un cancelletto automatico e gestibile dall’interessato senza aiuti esterni. «Considerati i tempi che stiamo vivendo e le difficoltà purtroppo ben note nelle forniture sono serviti poco meno di cinque mesi per vedere realizzato l’impianto. Ma ce l’abbiamo fatta», spiega.

«L’elemento fondamentale, però, è stato il consenso, la riflessione anche da parte di chi già si vede, in un domani prossimo, alle prese con un passeggino. O di quanti hanno compreso come, anche per un banale incidente o vecchiaia, sei scalini possano divenire una barriera insuperabile». Per Paola si profila ora il ritorno a casa. Poi potrà di nuovo uscire, rientrare, muoversi come potrà e vorrà. Insolita storia di solidarietà. Che è «notizia» ben più del classico uomo che morde il cane. Si parla di un condominio dove l’uomo (la donna) vale di più di 10mila euro.

Paolo Mozzo

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