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Disagio giovanile

Baby gang, il «padre coraggio» e la figlia in diretta web. E lei lo attacca: «Ti odio»

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«Ti odio». «Io invece ti voglio bene». «Non mi hai mai dato affetto». «Sai che non è vero». «Guarda cosa fai, ti impicci della mia vita». «Stai frequentando le persone sbagliate». Un botta e risposta fra papà e figlia, in diretta, davanti a un centinaio di persone collegate al webinar di giovedì sera organizzato dall'associazione Gli invisibili per parlare di un argomento di estrema attualità, le baby gang a Verona.

Protagonisti del dibattito sono il «padre coraggio» Mario (nome di fantasia) e sua figlia quattordicenne, componente di una banda di ragazze responsabile di furti, rapine ed episodi di bullismo ai danni di coetanei. «Visto che parli di me e che l'evento è pubblico, ho deciso di partecipare», gli dice lei. Di entrambi si sente solo la voce: le telecamere sono spente, per motivi di privacy. Lui è colpito, ma sereno: «Questa è la prima conversazione con mia figlia dopo tre mesi», spiega ai partecipanti. Lei non gli rivolge, o meglio non gli rivolgeva la parola da quando lui ha deciso di uscire allo scoperto, parlando in televisione e sui giornali del giro di delinquenza minorile in cui si è infilata. «Sei arrabbiata con me e lo capisco, ma non mi pento, perché da quando ho iniziato a farlo ti sei calmata», le replica.

Parlarne, non chiudersi nel silenzio per la vergogna o il timore di essere soli è la chiave di volta anche secondo l'associazione Gli invisibili, che ha invitato Mario a portare la sua testimonianza a un pubblico eterogeneo, composto da membri dell'associazionismo veronese e da semplici cittadini, fra i quali si nascondeva, forse, anche qualche genitore in cerca di consigli. D'altra parte la vicenda di questo padre veronese è una di quelle in cui tanti si possono identificare: un divorzio difficile, il conflitto con la prole, il senso di colpa per non aver fatto abbastanza che ti coglie anche quando, in realtà, non è andata così. Finanche la consapevolezza che la tua bambina, ormai una giovane donna, è responsabile di azioni con effetti che rischiano di trasformarsi, per lei, in un marchio a vita. «Sono stato chiamato dai Carabinieri quando mia figlia è stata pescata a rubare in un negozio», racconta Mario. «Mi hanno contattato alcuni genitori per dirmi che aveva aggredito le loro figlie. Situazioni inaccettabili. Ho iniziato a parlarne per smuovere le acque, mi sono preso quest'impegno perché il problema è generale. Non riguarda solo me e mia figlia, ma tanti altri genitori che spesso, però, negano di avere questi problemi con i figli».

 

Il webinar sulle baby gang con la presidente dell'associazione Gli invisibili
Il webinar sulle baby gang con la presidente dell'associazione Gli invisibili

 

Introdotti dai saluti di Alessandra Zaghi, presidente dell'associazione, e moderato dal consigliere provinciale David Di Michele, membro del direttivo, ne hanno discusso la psicologa Giuliana Guadagnini e gli avvocati Andrea Bacciga, anche presidente della Commissione sicurezza del Comune di Verona, e Stefania Carisi, coordinatrice della Commissione famiglia e minori dell'Ordine degli avvocati di Verona. Si è parlato dei risvolti legali e psicologici, degli effetti della pandemia, del rapporto genitori-figli e delle forme di prevenzione e recupero dei minori, fra le quali lo sportello comunale gratuito di prossima apertura per aiutare le famiglie a gestire le situazioni di disagio. Vista l'escalation di violenze degli ultimi tempi, Guadagnini ha proposto di attivare un codice rosso dedicato.

Laura Perina

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