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Il fenomeno

Autolesionismo e ansia, in continuo aumento i ragazzi al pronto soccorso

Una richiesta continua di aiuto. Un aumento degli accessi al pronto soccorso di quattro volte superiore a prima della pandemia. Arrivano ragazzini che si tagliano, ingeriscono farmaci e tentano il suicidio, ma anche molti altri in preda ad ansia, depressione, disturbi alimentari e altri ancora.

Scatta anche a Verona l’emergenza per bambini e adolescenti con dati allarmanti sulle richieste di aiuto. I numeri sono talmente alti che il servizio pubblico, nonostante un impegno enorme e orari dilatati al massimo, non riesce più a far fronte alle crescenti problematiche di disagio mentale anche nei giovanissimi.

 

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«Sono circa dieci anni che riscontriamo un aumento costante degli accessi al pronto soccorso ed ai servizi di Neuropsichiatria infantile, e nell’ultimo periodo questo incremento delle emergenze psichiatriche e comportamentali riguarda sempre più bambini e adolescenti», spiega la professoressa Francesca Darra, direttore del reparto Neuropsichiatria infantile dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona.

Numeri drammatici Un’emergenza diventata drammatica con la pandemia. I momenti di fragilità emotiva sono stati aggravati dal Covid: il mondo si è fermato, le scuole erano chiuse ed era vietata qualsiasi forma di socialità. Ansia, depressione e anoressia esistevano anche prima ma ora sono aumentati come numero e aggravati nella sintomatologia. E prima del coronavirus i casi di autolesionismo e di azioni suicidarie erano meno del 20 per cento del totale, oggi il dato arriva a quasi al 50 per cento, uno su due degli accessi al pronto soccorso. «C’è stato un progressivo impoverimento degli investimenti nei reparti di Neuropsichiatria infantile, che sono oggi carenti di personale specialistico, adeguatamente formato e difficilmente reperibile», continua Darra, «la Regione ha stabilito di incrementare i posti letto ma i tempi per la realizzazione anche nella nostra azienda sono lunghi». In tutto il Veneto i posti letto negli ospedali riservati a disturbi neuropsichiatrici dell’infanzia e dell’adolescenza sono poco più che una decina, Borgo Trento i posti letto sono sei, cinque dedicati alla diagnostica e al trattamento dell’insieme dei disturbi del neurosviluppo e delle diverse patologie neurologiche complesse acute e croniche e uno solo dedicato alle acuzie psichiatriche. «Le richieste sono quadruplicate e purtroppo non riusciamo a far fronte a tutte. Qui siamo in cinque, con me lavorano i colleghi Elena Fontana, Gaetano Cantalupo, Elena Fiorini e Leonardo Zoccante impegnati anche a garantire una reperibilità di 24 ore al giorno sette giorni la settimana; siamo costretti ad occuparci delle emergenze e a posticipare le visite programmate anche dei bimbi più piccoli che avrebbero bisogno di diagnosi e trattamento precoci. Mancano inoltre molte altre figure professionali essenziali per la gestione dei soggetti con problematiche comportamentali e psichiatriche quali psicologi, infermiere professionali, educatori. È indispensabile e urgente che la nostra Unita di Neuropsichiatria infantile venga potenziata».

 

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Più servizi sul territorio Oltre all’incremento dei posti letto e del personale sanitario ospedaliero è indispensabile un adeguato potenziamento dei servizi territoriali e di una rete integrata di supporto: un inadeguato filtro dei servizi territoriali e le difficoltà di rapida presa in carico nella fase di post-acuzie, porterebbero comunque alla rapida saturazione del potenziamento dei posti-letto e non consentirebbero una efficace presa in carico dei giovani pazienti. «Si tratta della salute dei nostri figli, dobbiamo avere altri aiuti e poter fare di più», il grido di allarme del primario di Neuropsichiatria infantile. «La pandemia ha fatto da detonatore sulle fragilità dell’età evolutiva imponendo l’attenzione su un problema sottovalutato per troppi anni. Ora si cerca di recuperare ma servono spazi e persone, perchè le richieste di accessi al pronto soccorso ora sono davvero troppe. Soprattutto nei fine settimana, quando aumentano i momenti di scompenso, il rischio di solitudine e gli scontri in famiglia, quando viene a mancare il supporto delle strutture scolastiche, riabilitative e ricreative».

Fin da piccoli I dati sono davvero allarmanti, le consulenze richieste dal pronto soccorso alla Neuropsichiatria infantile sono più che quadruplicate, 31 nel 2019 e 132 nel 2021. «Siamo pieni di ragazzi con preoccupanti disturbi comportamentali e psichiatrici che richiedono complesse, mirate e precoci valutazioni diagnostiche; i gesti di autolesionismo sono arrivati a percentuali preoccupanti anche tra i più giovani. E sono molti i disturbi ad insorgenza pre-scolare e scolare quali ad esempio i disturbi dell’apprendimento, tics, ADHD cioè il disturbo da deficit di attenzione iperattività, e altri che se non precocemente diagnosticati ed trattati possono sfociare in età adolescenziale in gravi problematiche psichiatriche». .

Luca Mazzara

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