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possibile colpo di scena

Arena, dopo la Fondazione ora tocca all'extra lirica: ecco il nuovo piano per gestirla

A pochi giorni dalla frattura tra i soci sulla scelta del sovrintendente, Cecilia Gasdia potrebbe diventare anche presidente della società di cui era amministratore Mazzi, oggi sottosegretario alla Cultura
Cecilia Gasdia, sovrintendente della Fondazione Arena, e un’immagine della passata edizione dei Tim Music Award in Arena
Cecilia Gasdia, sovrintendente della Fondazione Arena, e un’immagine della passata edizione dei Tim Music Award in Arena
Cecilia Gasdia, sovrintendente della Fondazione Arena, e un’immagine della passata edizione dei Tim Music Award in Arena
Cecilia Gasdia, sovrintendente della Fondazione Arena, e un’immagine della passata edizione dei Tim Music Award in Arena

Arena sempre più crocevia. Di lirica, di concerti rock e pop, in futuro anche di sport e cerimonie olimpiche. E di scontri politici, dopo la tormentata scelta del sovrintendente. Che ha visto confermare per cinque anni Cecilia Gasdia, indicata a maggioranza dal Consiglio di indirizzo. In cui si sono espressi per lei quattro consiglieri in rappresentanza di quattro su cinque soci della Fondazione Arena. Quelli di ministero della cultura, Regione, Camera di Commercio e Cattolica-Generali. Il Comune invece, che ha tre consiglieri tra cui il sindaco Damiano Tommasi, presidente, aveva votato un altro nome.

Il nodo extra lirica

Il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano - che oggi, 10 marzo, sarà in Fiera a LetExpo, poi in Arena a constatare i danni per la caduta della stella, poi agli scavi archeologici all’ex cinema Astra - ha nominato quindi la Gasdia. Si apre ora però un’altra partita. Per scegliere la guida di Arena di Verona srl, la società controllata dalla Fondazione Arena che gestisce l’extralirica.

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Fino al 31 dicembre scorso aveva come amministratore Gianmarco Mazzi, ora sottosegretario alla cultura e deputato di Fratelli d’Italia. Ora, tanto più in seguito alle frizioni per la nomina del sovrintendente, tra le possibili mosse del Comune - come riportato nei giorni scorsi - potrebbe esserci quella di togliere Arena di Verona srl dalla proprietà della Fondazione Arena, riportandola nell’alveo del Comune. Il quale tra l’altro è il proprietario dell’Arena, affittata ai promotori dei concerti.

La possibile svolta

Sull’extralirica però potrebbe esserci presto un vero e proprio...colpo di scena. Un altro percorso. Un nuovo piano, a cui starebbero lavorando i quattro soci della Fondazione che hanno sostenuto la Gasdia - non quindi il Comune - che porterebbe a un nuovo assetto della governance della società. In pratica non ci sarebbe più la figura dell’amministratore di Arena di Verona srl, che sinora veniva nominato dal sovrintendente. Verrebbe invece creato un Consiglio di amministrazione, di tre membri, individuando poi la figura di un direttore generale, che dovrà rispondere del suo operato al cda.

Ma quali sarebbero la figure scelte per questo progetto? Il nome, per la carica di presidente della nuova Arena di Verona srl, sarebbe quello della stessa sovrintendente Gasdia. E i due consiglieri, con profilo tecnico, sarebbero Gianfranco De Cesaris, il manager che dal 2018, per tre anni, affiancò la Gasdia con la carica di direttore generale della Fondazione Arena, e poi andato a rivestire un incarico nel settore dell’automotive, a Milano. L’altro membro del cda sarebbe invece Flavio Piva, il manager del settore finanziario, membro del Consiglio di indirizzo nel primo mandato della Gasdia, nominato con ruolo tecnico dal ministero della cultura, quando lo guidava l’ex ministro Dario Franceschini.

L’incarico di direttore generale? Secondo questo quadro a rivestirlo andrebbe Cecilia Baczynsky, che ha lavorato alla segreteria di Arena di Verona srl negli anni scorsi a fianco di Gianmarco Mazzi e il cui nome già da diverse settimane era girato, ma per un potenziale incarico di amministratore, della società. Prima, quindi, che venisse pensato e ipotizzato questo nuovo progetto che prevede appunto il Consiglio di amministrazione e la figura del direttore.

Sarebbe una svolta, quindi. Un passo che potrebbe riattizzare gli animi, in verità neanche tanto sopiti, dopo la frattura nel Consiglio di indirizzo della Fondazione? Un piano che verrà, comunque, portato all’attenzione del Consiglio di indirizzo stesso, dove ormai è emerso uno strappo tra i quattro soci che hanno votato la Gasdia e il Comune? Si vedrà presto. E, come scritto dal nostro giornale nei giorni scorsi, si capirà se ed eventualmente quanto peserà questa frattura su altri enti e società. Come l’aeroporto Catullo, Veronafiere, Autostrada del Brennero, Consorzio Zai, Fondazione per il turismo, in cui tanti soci sono gli stessi della Fondazione Arena. L’anfiteatro romano sempre più crocevia.

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Enrico Giardini

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