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Inaugurazione

Anche a Forte Lugagnano il defibrillatore per il soccorso cardiologico. Croce Bianca: 25mila ore di volontariato in un anno

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L'inaugurazione del defibrillatore DAE al Forte Lugagnano a San Massimo
L'inaugurazione del defibrillatore DAE al Forte Lugagnano a San Massimo
L'inaugurazione del defibrillatore DAE al Forte Lugagnano a San Massimo
L'inaugurazione del defibrillatore DAE al Forte Lugagnano a San Massimo

L’obiettivo, così come la speranza, è non dover averne bisogno mai. Nell’emergenza, però, rimane indispensabile che sia a portata. È il DAE, Defibrillatore semiautomatico, dispositivo salvavita da ieri presente anche all’interno del Forte Lugagnano, a San Massimo, che ora è dunque a tutti gli effetti zona cardioprotetta.

All’interno dell’ex struttura militare asburgica ha sede oltre una quindicina di associazioni, tra cui l’associazione Marinai d’Italia Verona capofila del patto di sussidiarietà per la gestione del Forte, spesso aperto al pubblico e luogo di iniziative e manifestazioni, mostre e feste, che richiamano molte persone. Il Dae è stato donato grazie alla sinergia tra l’associazione Marinai d’Italia, Fondazione Modena, nata in memoria di Lorenzo Modena – il 18enne veronese stroncato da un arresto cardiaco mentre faceva sport – e Croce Bianca; l’associazione di Pronto Intervento che conta oltre 300 soccorritori volontari attivi.

I formatori di Croce Bianca, nelle scorse settimane, hanno già abilitato all’utilizzo del dispositivo salvavita alcuni dei volontari delle associazioni che gravitano attorno al Forte, con l’obiettivo di avere sempre presente durante le ore di apertura, almeno una persona in grado di gestire attivamente una potenziale emergenza. Il corso di formazione seguito è il BLSD, Basic Life Support Defibrillation, centrato sulle prime manovre salvavita nonché abilitante all’utilizzo dei defibrillatori. Il nuovo dispositivo è stato inaugurato alla presenza di sindaco e vicesindaco, Federico Sboarina e Luca Zanotto, dell’assessore Ilaria Segala, e di Michele Bonetti, responsabile Formazione Croce Bianca, Giancarlo Modena della Fondazione Modena, Paolo Luigi Moletta presidente dell’Associazione Marinai d’Italia – Verona. E ancora, dei rappresentanti delle numerose altre associazioni che hanno sede al Forte; da una scuola di ballo al soccorso alpino sulle piste da sci.

«Abbiamo formato gratuitamente i volontari delle associazioni e installato. Procede quindi con questo ulteriore, importante, tassello l’impegno concreto di Croce Bianca di aumentare le zone cardioprotette sia in città che in provincia», è intervenuto Bonetti, ricordando che con questo sono circa una ventina i dispositivi salvavita installati nel veronese, dal quartiere San Zeno a Boscochiesanuova. «Abbiamo voluto trasformare l’enorme dolore provato in un impegno per la collettività. A noi genitori rimarrà sempre il dubbio che, se ci fosse stato un Dae a bordo campo, nostro figlio avrebbe potuto salvarsi. L’obiettivo è che nessuno mai debba più convivere con lo stesso interrogativo», ha spiegato Modena. «Questi sono quegli investimenti per i quali si spera davvero di buttare soldi, che il dispositivo non debba servire mai. Ma è importante invece che siano capillarizzati sul territorio», ha aggiunto Sboarina, che all’epoca della morte del giovane Lorenzo era assessore allo Sport.

L’inaugurazione è stata l’occasione anche per festeggiare il patto di sussidiarietà stipulato tra le associazioni che qui hanno sede e il Comune.

 

CROCE BIANCA IN NUMERI

I dati del bilancio sociale dello scorso anno fotografano un impegno quotidiano e costante. Nel dettaglio, Croce Bianca – al cui interno lavorano anche 11 dipendenti – ha effettuato complessivamente 7mila trasporti sanitari in convenzione con l’Ulss9 scaligera e l’Azienda ospedaliero universitaria di Verona, per le quali copre, tra le altre cose, il servizio di Trasporto Neonatale e il Trasporto equipe ed organi. In questi campi, le ore di volontariato sono state circa 25mila solo lo scorso anno. Inoltre, 5.400 ore di presidio sanitario in 265 manifestazioni; dalle fiere più importanti agli eventi sportivi delle squadre scaligere. E ancora, 42mila ore i volontari le hanno trascorse a formare nuovi volontari, con nuovi corsi ogni sei mesi, e ad aggiornare e perfezionare le competenze dei soccorritori già in servizio attivo. A queste, si aggiungono 18mila ore di formazione esterna: vale a dire i corsi di pronto intervento che Croce Bianca svolge anche per aziende private e pubbliche, formando, nel 2020, oltre 2500 persone di cui circa 900 all’uso del defibrillatore.

Un altro importante fronte delle attività dell'associazione è la divulgazione alla cittadinanza degli elementi di primo soccorso. A partire dai più piccoli: i formatori di Croce Bianca, infatti, svolgono corsi ad hoc per i bimbi delle elementari e anche della scuola dell’infanzia.

Attualmente, l'autoparco dell'associazione è composto da 9 ambulanze e da un’automedica e da un fuoristrada Land Rover in supporto alla Protezione Civile inserita dal SUEM 118 nel “Protocollo neve”. Tutti gli autoveicoli di Croce Bianca sono accreditati come mezzi per l’emergenza alla Regione Veneto.

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