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NEL VERONESE

All’«Orlandi» niente bottigliette ai pazienti

«Acqua zero»: quando la realtà, diceva Pirandello, supera la fantasia. «Acqua zero» è uno dei risultati della spending review applicata senza mezze misure dalla vecchia direzione dell’Ulss 22.

Niente bottigliette ai pazienti ricoverati nell’ospedale di Bussolengo e Villafranca: da bere, acqua del rubinetto in caraffa. Sorvolando sulle garanzie igieniche della procedura, rimane il fatto che se a Verona i pazienti si lamentano per «la fornitura insufficiente», quelli dell’Orlandi stanno peggio, grandi e piccoli senza differenza.

Pietro Girardi, dallo scorso gennaio direttore generale dell’Ulss 20 e commissario della 21 di Legnago e della 22 di Bussolengo, appena insediato aveva provveduto a risolvere il problema: «Non si può non dare l’acqua ai malati, è una bestialità, con me le bottigliette tornano in tutti i reparti: un litro e mezzo al giorno». Non è mai successo. E Girardi l’ha scoperto solo ieri: «Colpa dell’ufficio incaricato di provvedere alla nuova disposizione», ha spiegato chiedendo scusa soprattutto ai pazienti, «per un disguido burocratico interno la faccenda non è stata risolta come invece credevo: la persona incaricata dell’appalto se n’è andata e quella decisione che io davo per eseguita è rimasta solo sulla carta. Insomma, sono il primo a ritenere scandaloso», si inalbera Girardi, «che in un ospedale i pazienti debbano bere dal rubinetto, è una triste economia, una mancanza di rispetto: sapere che in una delle Ulss che dirigo è ancora così, mi manda su tutte le furie. Datemi 24 ore per aggiustare questa vicenda e dimostrerò che le mie non erano, e non sono, solo chiacchiere: non mi piace passare per quello che prende in giro la gente, per di più in difficoltà. Chi ha problemi di salute e va in ospedale è per curarsi, non certo per far scorta di bottigliette d’acqua».

I «piccoli clienti» della pediatria dell’Orlandi fino a ieri si sono adeguati a bere l’acqua portata da casa o acquistata alle macchinette. Sul vassoio del pasto, nessuna bibita sigillata. Lo stesso i degenti degli altri reparti. Tutto confermato anche dai primari. A pranzo, la sorpresa: sul vassoio dei bambini è apparsa la bottiglietta di naturale. Girardi, dicono dagli uffici, ha fatto il finimondo. In un paio d’ore da quando ha scoperto che vigeva ancora la delibera «acqua zero» del suo predecessore, ha tirato le orecchie a più di qualcuno ordinando di far avere i 500ml «già a pranzo» a tutti i bambini ricoverati. Intanto a loro, nel giro di un giorno all’intero ospedale. A San Bonifacio e a Legnago il problema non è mai esistito», confermano dalla direzione, «forniamo un litro e mezzo di acqua in bottiglia a ciascun paziente». C.F.

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