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Il dibattito per combattere il caro energia

Settimana corta sui banchi, la preside: «Da noi funziona, ma capisco le riserve dei licei»

Dirigente Sara Agostini
Dirigente Sara Agostini
Dirigente Sara Agostini
Dirigente Sara Agostini

Ha infiammato il dibattito l'ipotesi avanzata dalla Provincia di accorciare la settimana scolastica per combattere il caro-energia, tagliando il sabato per risparmiare sulle bollette del riscaldamento, che secondo le stime schizzeranno alle stelle. La proposta ha avuto sostenitori come l'assessore regionale all'Istruzione Elena Donazzan, ma c'è anche chi tira indietro a causa delle difficoltà oggettive che il cambio di passo comporterebbe. L'attività didattica, infatti, andrebbe completamente riprogrammata per recuperare il giorno di chiusura e non si può farlo dall’oggi al domani. Eppure dall'infanzia alle medie la settimana corta è già realtà e sempre più scuole superiori, specialmente istituti tecnici, si stanno orientando verso questo modello. L'Einaudi e il Cangrande, per esempio, l'hanno adottata da tempo e un anno fa l’ha introdotta anche il Marconi. La settimana corta è meno diffusa al liceo, ma tra chi la pratica ci sono l'educandato statale Agli Angeli e il liceo paritario Don Bosco, per citarne alcuni. E dal 12 settembre altre scuole daranno il via a questa rivoluzione, concentrando le lezioni su cinque giorni. È il caso dell'istituto superiore Sanmicheli, che converte alla settimana corta tutte le sue classi, 50, per un totale di 1.200 alunni.

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Pure l'istituto tecnico Pasoli di San Michele Extra avvia una sperimentazione, ma in questo caso coinvolgendo solo gli alunni del primo anno, o per lo meno una parte di essi: il progetto, spiega la preside, è stato presentato l'autunno scorso in fase di iscrizioni e ha riscosso un grande successo tra le famiglie, tanto che faranno la settimana corta ben quattro delle sei classi prime. Perché di questa scelta? «Sostenibilità economica, sì, ma non solo. Con le attività su cinque giorni la disponibilità di personale è maggiore. Al Sanmicheli, per esempio, abbiamo il corso serale e la scuola è aperta fino alle 23. Ciò significa doversi scontrare con i problemi di copertura dovuti alla carenza dei collaboratori scolastici», dice Sara Agostini, dirigente titolare all'istituto Sanmicheli e reggente al Pasoli, che è accorpato al liceo scientifico Copernico.

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Tra i presidi di Verona, Agostini è una veterana della settimana corta: in passato l'ha introdotta anche all'istituto comprensivo di Borgo Santa Croce e l'ha perfezionata al Cangrande. «Ha sempre funzionato, nonostante le titubanze iniziali», assicura. Difficilmente chi la sperimenta torna indietro, dice. «Ma mi rendo conto», sottolinea, «che questa soluzione non è una funzionale per tutte le scuole. Tanto più quest'anno che si torna alle ore da 60 minuti, anziché da 50 come durante l'emergenza Covid. Per esempio», prosegue, «io sono dell'idea che al liceo sia meglio continuare con i sei giorni». Ma non ne fa una questione di orario prolungato e di eventuali difficoltà per gli studenti pendolari, che rincaserebbero a pomeriggio inoltrato. «Al liceo la didattica è soprattutto teorica e si svolge in massima parte in aula, perciò bisognerebbe ripensare tutti gli aspetti metodologici. Si può fare, ma il percorso richiede tempo e deve essere condiviso da tutti. Diverso il caso degli istituti tecnici e professionali, dove ci sono tante attività di laboratorio che si prestano meglio a essere condensate». Agostini racconta il percorso che ha portato all'introduzione della settimana corta nelle scuole che ora sta guidando. «Tanti genitori che partecipavano agli open day di presentazione del Pasoli chiedevano come mai non si facesse lezione su cinque giorni. Arrivavano dall'esperienza delle medie, che il sabato sono chiuse. Invece al Sanmicheli hanno insistito gli studenti, per guadagnare una giornata di riposo. Non tutte le famiglie sono state contente, ma la maggioranza si è espressa a favore. Anche tra i docenti c'è stata maggioranza schiacciante, e il consiglio d'istituto ha votato pro settimana corta all'unanimità». Alla fine, la differenza non sarà così marcata. Sia al Sanmicheli che al Pasoli le lezioni termineranno intorno alle 14.30, sì, ma solo due giorni a settimana.

Laura Perina

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