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Il rapporto dell'Agenas

Cosa funziona e cosa no: le luci e le ombre degli ospedali veronesi

Nuovo Programma nazionale esiti (Pne) sui «migliori ospedali» del Paese stilato dall’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) e divulgato dal ministero della Salute
L'ospedale di Borgo Trento
L'ospedale di Borgo Trento
L'ospedale di Borgo Trento
L'ospedale di Borgo Trento

Risposte meno tempestive che altrove. Per esempio nel caso degli interventi di angioplastica primaria (Ptca) o per la frattura al collo del femore. Viceversa, una performance più virtuosa in merito al ricorso al taglio cesareo durante i parti, assai inferiore rispetto ad altre città.

 

La fotografia

Luci e ombre, sulla sanità veronese, emergono nel nuovo Programma nazionale esiti (Pne): l’approfondito rapporto sui «migliori ospedali» del Paese stilato dall’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) e divulgato dal ministero della Salute.

La fotografia del 2021 evidenzia, in generale, una ripresa sia delle attività di prevenzione sia degli interventi chirurgici, a tutti i livelli. Ovvero: più libera dalla morsa del Covid, la sanità italiana è tornata a redistribuire le proprie energie nei diversi ambiti d’azione. Ma nel dossier Pne si chiarisce chi lo sta facendo meglio, attraverso le «top ten» degli ospedali compilate, per macro-aree, in base a svariate decine di parametri valutativi. Prima notizia: nelle classifiche principali, Verona non compare.

 

Con il covid meno visite

Durante il biennio pandemico, la macro-area «cardio-cerebro-vascolare» ha sofferto molto: a rilento sono andate le visite di prevenzione e controllo e perfino gli interventi.

Lo sbalzo nei numeri si vede chiaramente nel volume di ricoveri per interventi di bypass aorto-coronarico (Bac) all’ospedale di Borgo Trento: è del 2020 il dato più basso, 156, mentre precedentemente la quota era sempre sopra i 200; addirittura 327 nel 2015. Un recupero si nota nel 2021, con 187 ricoveri, benché non si sia tornati ai livelli pre-Covid.

Al contrario, gli ospedali di Treviso e Vicenza compaiono rispettivamente al settimo e ottavo posto in questa classifica del Pne, con 263 e 241 interventi Bac; e i primi posti sono occupati dal Policlinico Gemelli di Roma (449 Bac), dal Campus Biomedico sempre di Roma (301) e dal Villa Maria Cecilia Hospital di Ravenna (291).

 

Tasso di mortalità

Per quanto riguarda il tasso di mortalità a 30 giorni dall’intervento Bac, primeggiano l’Umberto I – Lancisi di Ancona (0%) e il Presidio Ospedaliero Smm di Udine (0,75%), mentre il nostro ospedale Maggiore ha lo 0,93%.

Si passa all’analisi del trattamento dell’infarto miocardico acuto (Ima) per mettere sotto la lente le «proporzioni più elevate di angioplastica primaria (Ptca) garantita entro 90 minuti dall’accesso alla struttura di ricovero». Primo è il presidio ospedaliero «Del mare» di Napoli (83,15%), seguito dal Policlinico di Tor Vergata (84,04%), e lo Spaziani di Frosinone (82,16%). Invece, Borgo Trento si ferma al 60,2%.

 

Valutazione perinatale e area muscolo-scheletrica

 Nell’area di valutazione perinatale, i nostri ospedali sono invece tra i più virtuosi per un ricorso contenuto al parto cesareo, benché ancora lontani dal limite del 10-15% sul totale dei parti raccomandato dall’Oms. A San Bonifacio, solo il 20,4% delle nascite avviene con il cesareo; il 26,9% a Negrar e il 28,4% a Borgo Trento, contro il 34,8% al Gemelli di Roma e addirittura il 41% all’Ospedale Maggiore di Milano.

La sanità veronese non brilla nella macro-area muscolo-scheletrica. Il dossier indaga, a proposito della frattura al collo del femore, le performance delle strutture che presentano le «proporzioni più elevate di pazienti operati entro 48 ore dall’accesso». L’Umberto I di Siracusa, il Pertini e il Campus Biomedico di Roma hanno tutti tassi di risposta veloce ben sopra al 90%. Invece, in terra scaligera, chi fa meglio è la Clinica Pederzoli (68,09%); e a seguire l’ospedale di San Bonifacio (48,31%); Borgo Trento (44,88%); il Sacro Cuore - Don Calabria di Negrar (32,33%), e l’ospedale di Legnago (28,74%).

 

Area oncologica

Per la macro-area oncologica, si prende ad esempio gli interventi chirurgici per tumore alla mammella: una buona notizia, a livello generale, è che l’attività di prevenzione e cura, nel 2021, ha mostrato importanti segnali di ripresa. Le ospedalizzazioni per tumore maligno al seno, che nel 2020 si erano ridotte dell’11%, sono tornate ai livelli prepandemici.

A Verona, Borgo Trento ha effettuato 320 interventi, Negrar 240, la Pederzoli 219, San Bonifacio 193 e Legnago 148. Ovviamente, ai primi posti in questa classifica compaiono i centri nazionali più grossi: l’Istituto europeo di oncologia di Milano (2716) e il Policlinico Gemelli (1208).

Lorenza Costantino

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