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lutto tra gli avvocati

Addio a De Luca: «Preparato ed elegante, era un principe del Foro»

Aveva 83 anni ed era molto malato. Guarienti: «Un uomo di cultura sopraffina, ha segnato un’epoca»
Lutto tra gli avvocati: è morto Umberto De Luca, aveva 83 anni
Lutto tra gli avvocati: è morto Umberto De Luca, aveva 83 anni
Lutto tra gli avvocati: è morto Umberto De Luca, aveva 83 anni
Lutto tra gli avvocati: è morto Umberto De Luca, aveva 83 anni

Aveva 83 anni e da qualche tempo era malato. Una di quelle patologie che cancellano la memoria e ti fanno dimenticare le cose e le persone. È deceduto ieri il principe del Foro Umberto De Luca. E l’epiteto di «principe», per l’avvocato De Luca, non determinava unicamente il fatto di essere un avvocato di fascia alta. L’avvocato De Luca era un signore.

Cassazionista preparato

Nato a Verona il 3 aprile 1939, iscritto all'albo degli Avvocati dall'8 marzo 1965, Cassazionista dal 25 maggio 1979 s’è occupato di grandi processi, (ribaltò la verità sulla strage di Peteano, scoprendo che la bomba costata la vita a tre carabinieri era stata messa dai servizi deviati; si occupò di tutelare il collega Vittorio Ciccolin, che è in carcere per l’omicidio della sua ex fidanzata, fu protagonista nelle Assisi negli anni del terrorismo).

Le sue cifre sono sempre state eleganza, compostezza, preparazione e non ultime un’oratoria che conquistava ed un grande fascino. Era un uomo ed un professionista da cui c’era soltanto da imparare.

Il ricordo dei colleghi

«De Luca era uno degli avvocati più bravi e preparati del Foro veronese», commenta l’ex procuratore Guido Papalia, «aveva una enorme capacità oratoria e sapeva portare tutti dalla sua parte, convincendoli. Più di una volta siamo stati nella stessa aula in procedimenti per omicidio, per lesioni, per terrorismo, dialettica e preparazione ti portavano sempre dalla sua parte».

Anche il presidente dell’Ordine degli avvocati Davide Adami traccia un ricordo dello stimato collega: «La notizia della morte di Umberto ha fatto fermare il tempo per un attimo, prova di come lui, il tempo, lo abbia segnato portando la toga. Ho un ricordo vivissimo di come la sua presenza in aula fosse distinta da un tratto unico di eleganza, garbo e cultura. Giurista dalle qualità eccelse, esempio e riferimento per più di qualche generazione di avvocati, ha contribuito a rendere luminoso il nostro Foro».

«È tremendo pensare a come certe malattie colpiscano l’organo che in gioventù abbiamo più usato. Incontrai Umberto circa quattro anni fa, venne alla presentazione di un libro alla libreria Il Minotauro, lo presentavo io, era scritto da un magistrato. Mi stupii molto di vederlo tra il pubblico, lui non era uomo da appuntamenti mondani. Poi ci fermammo a bere qualcosa in un bar poco distante, nei pressi del suo studio e mi disse che aveva dei vuoti di memoria e che questo lo induceva a ritirarsi dalla professione, che per altro, nessuno dei suoi figli ha seguito. A pensarci ora, che non è più tra noi, mi colpì molto vederlo così dolce. Intendiamoci, lui era sempre gentile, ma quella sua vulnerabilità lo aveva ammorbidito. Qualche tempo fa un collega mi disse che era andato a fargli visita a casa, ma non era stato riconosciuto», racconta l’avvocato Guariente Guarienti.

«Abbiamo pochi mesi di differenza e se dovessi dare un giudizio direi che lui, tra quelli della mia generazione, è stato senza dubbio il più preparato, un uomo di un’intelligenza sopraffina e soprattutto di grande cultura. Lui in realtà aveva iniziato a frequentare la facoltà di Fisica, poi aveva cambiato e frequentato Giurisprudenza. Era figlio del grande avvocato Mario Vittore, che assieme al professor Luigi Devoto sono quelli che hanno tracciato un’epoca».

Alessandra Vaccari

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