<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Festa della Liberazione

25 aprile, il discorso integrale del sindaco di Verona Sboarina

25 aprile 2022, il discorso pronunciato dal sindaco di Verona Federico Sboarina in occasione delle celebrazioni per la Festa della Liberazione svoltesi in piazza Bra.

 

***

Cittadini, autorità, rappresentanti delle Istituzioni e delle associazioni combattentistiche e d’arma,

 

celebriamo oggi il 77° Anniversario della Liberazione del nostro Paese dalla guerra, dalla dittatura e la riconquista della libertà con il ritorno alla democrazia mentre fuori dai nostri confini, a meno di duemila chilometri, si combatte in Ucraina un conflitto con centinaia di vittime civili. Ecco quindi che questa giornata assume un significato ancor più importante.

 

Oggi anche più di ieri, le celebrazioni del 25 aprile, che appartengono a tutti gli italiani, devono essere un tempo per parlare di pace, di giustizia e solidarietà civile.

 

Quando nel 1945 terminò la guerra, iniziò per l’Italia una nuova via democratica. In nome della libertà e del rispetto, il nostro Paese è cresciuto e si è sviluppato portando in alto quel valore che oggi vediamo minato in tanti posti del mondo. Alcuni molto vicini a noi. La fine della Seconda guerra mondiale, e della dittatura che l’hanno generata, fa parte della nostra storia patria, questa festa nazionale non deve essere un momento divisivo ma l’occasione in cui tutti insieme rinnoviamo l’impegno per la difesa della pace perché dal sacrificio di tante vite umane discende ciò che siamo oggi e le conquiste civili che lasciamo ai nostri figli.

 

Oggi anche più di ieri, a distanza di decenni, questa giornata deve unirci nel ribadire con fermezza che la guerra non può essere un metodo per risolvere le controversie. Che la storia, attraverso il ricordo e la memoria storica, deve insegnare all’uomo a non ripetere gli orrori ed errori del passato. La nostra Costituzione ripudia la guerra, per questo non solo la condanniamo ma siamo attivamente impegnati negli aiuti alle popolazioni colpite, anche questo è un modo concreto per fare ognuno la propria parte e seminare azioni positive.

 

Oggi anche più di ieri, abbiamo sulle spalle la responsabilità del domani, del futuro che lasciamo alle nuove generazioni. Davanti a nuovi conflitti internazionali, le diatribe ideologiche di un secolo fa sono anacronistiche e strumentali. La pace, infatti, si manifesta e si esprime con il dialogo e con il rispetto che dobbiamo insegnare ai giovani, ai nostri figli e nipoti.

 

Ai giovani dobbiamo trasmettere la forza di rifiutare qualsiasi violenza, la capacità di difendere la democrazia contro le oppressioni, la serenità di giudizio al posto della tifoseria perché ogni cittadino può essere pompiere quando intravede una miccia che si accende. Essere protagonisti di un percorso di unità significa essere donne e uomini di valore, in grado di fare la differenza.

 

Commemoriamo come ogni anno le vittime dei campi di sterminio e condanniamo gli orrori del passato, ciò che i nostri nonni hanno vissuto e patito si sta purtroppo ripetendo sotto i nostri occhi in Ucraina. Oggi anche più di ieri, la festa della Liberazione non deve essere solo un momento per non dimenticare perché la Storia ci sta mettendo davanti agli occhi nuovi orrori. Questa giornata deve fare anche di più: ci deve aiutare a superare gli steccati ideologici. Istituzioni e singoli cittadini siano parte attiva affinché quello che sta succedendo, termini al più presto.

 

W la libertà

W l’Italia

Suggerimenti