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La storia

Zeno, nato nel giorno del patrono dopo tanti drammi. «Grazie Borgo Trento»

La storia
Zeno con la sua famiglia
Zeno con la sua famiglia
Zeno con la sua famiglia
Zeno con la sua famiglia

Nella foto sono belli, sorridenti, felici: mamma Cristina e papà Simone. E poi c’è Aurora, e l’ultimo arrivato, Zeno, nato il giorno in cui la nostra città festeggia il suo santo patrono, il 21 maggio.

«Siamo mamma e papà di nuovo a 35 e 31 anni, ma lo siamo per la quinta volta, perchè noi di figli ne avremmo altri tre. Li abbiamo perduti durante la gravidanza. Negli ultimi dieci anni abbiamo attraversato momenti molto difficili e complessi al fine di avere dei figli. Siamo partiti con un aborto spontaneo al 5° mese appena sposati per poi avere la fortuna di ricevere dalle mani del Signore nostra figlia Aurora nell’agosto 2011. Successivamente abbiamo avuto altre tre gravidanze (2017 con aborto spontaneo al 3° mese di gravidanza, 2018 con parto prematuro e uno con preeclampsia al 5° mese)», racconta Simone, ingegnere.

 

Lui e la moglie sono arrivati dalla Basilicata, avevano scelto Verona, dove Cristina studiava per mettere su famiglia quando ancora lui stava per laurearsi. «Abbiamo deciso di raccontare la nostra storia per dare un messaggio positivo. L’ultima gravidanza, conclusa anticipatamente alla 37° settimana con induzione al parto, ci ha permesso di esaudire il nostro desiderio di allargare la nostra famiglia. Infatti, il 21 maggio è venuto al mondo il piccolo Zeno, proprio il giorno in cui nella nostra bellissima città, si festeggiano gli onori del patrono. Il fato ha voluto che il nome di nostro figlio, deciso a novembre 2019, coincidesse con questa data. Questo per noi è stato un bellissimo segnale di amore e affetto per coloro che non perdono la speranza di dare alla luce nuove bellissime creature nonostante aborti spontanei e dolori personali».

 

 

Simone spiega: «Abbiamo convertito il dolore per la perdita dei nostri figli, in studio. Ci siamo resi conto di quante cose non ci fossero state dette dalla ginecologa privata che ci seguiva. Dopo l’ultima perdita del 2018 eravamo arrabbiati e rattristiti per la scoperta di molti tasselli mancanti nella nostra storia clinica. Non eravamo preparati culturalmente su ciò che fosse necessario fare durante una gravidanza post-aborto. Non avevamo alcuna informazione riguardante ipertensione gestazionale e farmaci atti a gestire i flussi sanguigni. E lei non ci ha informati. All’epoca eravamo convinti che una struttura ospedaliera non fosse all’altezza di seguire una famiglia che vuole coronare il desiderio di avere un figlio e che la strada corretta fosse quella di recarsi a pagamento da una professionista privata. Ad oggi siamo consapevoli, almeno per quello che ci riguarda, che non è così. L’intero team ospedaliero ci ha seguiti scrupolosamente fin dall’inizio e questo è davvero importante».

«I medici ospedalieri hanno fatto fare a mia moglie una serie di analisi ed hanno scoperto perchè avesse avuto quegli aborti, quelle gravidanze interrotte, hanno scoperto la causa, l’ipertensione gestazionale, ci hanno suggerito di acquistare la macchinetta per la pressione, le hanno prescritto dei farmaci e Zeno è venuto al mondo. In 37 settimane, perchè la pressione aveva iniziato ad alzarsi di nuovo, ma adesso è quei con noi e siamo felicissimi». Zeno è nato in piena pandemia: «Per un mese l’altra nostra figlia non ha visto la mamma, se non in videochiamata. Non è stato facile neanche per lei, ma è andato tutto bene. Voglio ringraziare pubblicamente tutto il team dell’ospedale di Borgo Trento, che ha saputo dedicare le giuste cure a mia moglie e a nostro figlio fin dall’inizio. In special modo la dottoressa Carla Zamboni, che ci ha seguiti a tutte le ore come se fossimo suoi figli, il reparto di ostetricia e di ginecologia, il reparto TIP, gli infermieri e le gli operatori. Medesima cosa vale per il reparto di ginecologia dell’Ospedale di Mantova Carlo Poma, in particolar modo il dottor Grisolia, che ha dimostrato professionalità ed empatia nei nostri confronti»

Alessandra Vaccari

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