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Zeani l’«Assoluta», 648 volte Violetta

Soprano Virginia Zeani, romena, nata nel 1925 in Transilvania
Soprano Virginia Zeani, romena, nata nel 1925 in Transilvania
Soprano Virginia Zeani, romena, nata nel 1925 in Transilvania
Soprano Virginia Zeani, romena, nata nel 1925 in Transilvania

L’Assoluta compie 96 anni. Così i fan chiamano da sempre il soprano romeno Virginia Zeani (all’anagrafe Virginia Zehan), che è stata 648 volte Violetta Valéry (ruolo divenuto per lei emblematico proprio come Boris Godunov lo fu per il marito Nicola Rossi-Lemeni) e alla quale Luciano Pavarotti scrisse con gratitudine «Ho imparato moltissimo da te». Nata il 21 ottobre 1925 in Transilvania, la Zeani ha studiato canto in patria con Lydia Lipkowska e in Italia con il tenore Aureliano Pertile. Ha debuttato a Bologna nel 1948 (ovviamente ne «La traviata») e si è imposta grazie a parti di coloratura per poi approdare a personaggi più drammatici come Manon, Tosca, Aida o Fedora. Nella sua lunga carriera, ha calcato i palchi della Fenice di Venezia, della Scala, del Bol’šoj di Mosca, della Staatsoper di Vienna, della Royal Opera House di Londra e del Metropolitan di New York. In Arena il pubblico ha potuto ascoltarla nei panni di Rosina («Il barbiere di Siviglia», 1956), Gilda («Rigoletto», 1957), Lucia di Lammermoor (1961) ed Elsa di Brabante («Lohengrin», 1963). Oltre che insieme al marito e a Pavarotti, la Zeani ha cantato con Beniamino Gigli, Franco Corelli, Giuseppe Di Stefano, Mario Del Monaco, Carlo Bergonzi e Plácido Domingo ed è stata diretta da Tullio Serafin, Herbert von Karajan, Georges Prêtre e Zubin Mehta. Inoltre è stata grande amica di Federico Fellini («Mi sono sempre chiesta come mai una persona con tanta ricchezza interiore non fosse affascinata dalle storie raccontate nelle opere»), Giulietta Masina («Una donna modesta e intellettualmente molto raffinata, che amava cucinare e avere ospiti»), Roberto Rossellini («Un uomo molto speciale, un po’ agitato senza motivo, ma tutti i registi sono difficili da capire perché vivono solo dei loro sogni») e Nino Rota («Un sognatore solitario, che vestiva modestamente, sembrava povero e molto timido, mentre in realtà era assai generoso»). Poco prima di spegnere novanta candeline, il soprano (che attualmente risiede in America, dove ha formato generazioni di cantanti lirici, fra cui Elina Garanča, Vivica Genaux e Ailyn Pérez) ha dichiarato: «Dentro mi sento una cinquantenne, fuori una settantenne, ma il mio cervello crede che io sia eternamente giovane». Ancora una volta, libiamo ne’ lieti calici all’Assoluta e alla sua voce unica.•.

Angela Bosetto

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