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La conferenza stampa

Zaia: «Curva ricoveri in calo (anche a Verona). Dpcm? Spero che il Governo lo modifichi»

Luca Zaia, diretta 4 dicembre
Luca Zaia, diretta 4 dicembre
Luca Zaia, punto stampa 4 dicembre 2020

Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, torna in diretta  per dare nuove informazioni sulle restrizioni imposte dall'ultimo Dpcm per contrastare il coronavirus e per fornire il bollettino regionale dei contagi.

Sul Dpcm e sulla modalità di attuazione, Zaia si era già espresso ieri in modo critico sostenendo: «Anche questa volta non siamo riusciti a costruire un provvedimento con il governo». Zaia si augura «un ripensamento in zona Cesarini» ma non nasconde una certa delusione: «Pensavo che si sarebbe potuto lavorare insieme». La musica «è stata la stessa di sempre: il governo ci convoca, arriva un testo preconfezionato, lo approvano. La nostra voce, non c’è» spiega Zaia. Se «tutti i presidenti di Regione, con firma di Bonaccini, hanno avuto da ridire, una ragione ci sarà».

 

LA DIRETTA

IL BOLLETTINO. «Quasi 50mila tamponi, tra rapidi e molecolari, eseguiti nelle ultime 24 ore. I contagiati da inizio pandemia sono 158.198 +3.708 nuovi positivi, incidenza è 7,51%. 72.929 i p 3.041 i ricoverati, 27 in meno di ieri, le terapie intensive sono 337.  I decessi sono4.065, vale a dire +83 rispetto ieri e i dimessi +120» 

 

CURVA IN CALO. «Sorta di stabilizzazione nelle terapie intensive, stiamo un po' allentando sui ricoveri e pur restando in fascia 5, con i ricoveri a livello regionale, la curva dà una tendenza in calo. Non vuol dire liberi tutti: la curva piega su Belluno, Padova, Treviso, Vicenza e Verona e tende a piegare su Rovigo. Su Venezia mantiene un trend di leggera crescita. Abbiamo raggiunto la parte alta della curva adesso sta a noi impegnarci con il distanziamento in un periodo non facile, faccio appello al senso di responsabilità di tutti i cittadini» 

 

DPCM. «Dire che la chiusura di un comune di 3 milioni di abitanti è uguale a quella di un paesino di mille abitanti è, da un punto di vista sanitario e scientifico, sbagliato  e oggi sono felice che su questo si sia espresso anche il Cts. Applichiamo ai comuni di pochi abitanti la stessa regola di un comune che ha la dimensione di una regione. Non sono contrario alla norma, sono contrario alla sperequazione  e temo che proprio per questo non verrà rispettata. Spero davvero in un ravvedimento del governo. Non vogliamo fare nessuna polemica è giusto però che sia chiara la posizione: tutte le regioni italiane hanno detto esattamente quello che sto dicendo io. Ci sono misure assolutamente utili in questo Dpcm, questa non ha senso» 

 

RICONGIUNGIMENTI FAMILIARI: «Io penso che il problema degli affetti familiari il giorno di Natale sia reale. Ovvio che se c'è una categoria a rischio è proprio quella dei nonni e delle nonne, è innegabile che ritrovarsi con i familiari rappresenti un fattore di rischio, ma dire che la chiusura dei comuni ne rappresenti la soluzione, non è realistico. Non è una battaglia di bandiera ma di civiltà»

 

LE REGOLE. «Con l'entrata in vigore del Dpcm decade l'ordinanza regionale. Tutte le realtà commerciali resteranno aperte fino alle 21, ad esclusione dei giorni estivi e prefestivi in cui i parchi e i centri commerciali resteranno chiusi. Aperte invece le medie e grandi strutture di vendita. Bar e ristoranti aperti fino alle 18  anche il sabato e domenica (se restiamo in zona gialla). Divieto di transito fuori regione dal 21 dicembre al 6 gennaio, neanche per raggiungere le seconde case, invece chiusi nei confini comunali il 25, 26 dicembre e 1° gennaio. Decadono tutte le altre norme contenute nell'ultima ordinanza regionale» 

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Giorgia Cozzolino

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