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Esperienza a Montorio

Yoga in carcere,
aiuto per il
ritorno in società

Roberto Cagliero, insegnante di meditazione e yoga
Roberto Cagliero, insegnante di meditazione e yoga
Roberto Cagliero, insegnante di meditazione e yoga
Roberto Cagliero, insegnante di meditazione e yoga

Respiro corto, difficoltà nel gestire la rabbia e muscolatura contratta. Condizioni fisiche e mentali comuni a molte persone che vivono in una condizione di reclusione, compresse in spazi limitati e con traumi di cui spesso la detenzione non rappresenta che l'ultimo risvolto. Da un anno e mezzo Roberto Cagliero, insegnante di meditazione dal 2003, pratica yoga nel carcere di Montorio con una decina di detenuti alla volta. Ha affinato una particolare pratica con un corso a Londra promosso dall'associazione “Prison yoga project” che indica gli esercizi più adatti e come relazionarsi a persone che vivono la condizione della reclusione.

 

La prima porta di accesso alla casa circondariale scaligera è arrivata tramite l'associazione Horse Valley di Corte Molon, che propone in carcere un corso per tecnici di scuderia. «Lavorando sulla respirazione e tramite la meditazione e particolari posizioni yoga si favorisce un approccio rilassato ai cavalli, che consente di entrare in empatia con gli animali», spiega l'insegnante. «Si tratta di un percorso che aiuta anche nelle relazioni tra persone, consentendo di raggiungere uno stato di calma per capire con chi ci si relaziona e come l'altro agisca sullo stato nervoso di ciascuno».

 

Esaminare emozioni come la rabbia e la reattività porta a una graduale presa di responsabilità, favorendo una trasformazione che prende il via dal recupero del rapporto con il proprio corpo. «Acquisire consapevolezza abbassa la tensione muscolare, senza andare a discapito della lucidità che anzi spesso migliora, e garantisce una maggiore concentrazione ai molti reclusi che studiano», spiega l'insegnante di meditazione.

 

«Finora ho incontrato una cinquantina di detenuti. Il lavoro non è facile perché bisogna fare i conti con colloqui, trasferimenti o malesseri, ma i risultati arrivano». Ogni settimana Cagliero propone le tecniche di rilassamento vicino ai box per cavalli, in una combinazione al momento unica in Italia. «Il presupposto non è eliminare lo stress ma imparare a contenerlo», spiega l'esperto che, fuori dalle sbarre, fa parte del Centro Yoga Benessere specializzato in Kundalini Yoga. «L'accento è sul recupero delle persone e in questo senso il carcere di Verona fa un buon lavoro, preparando all'uscita e supportando chi ha detenzioni lunghe». Da qualche mese ha preso il via un ulteriore corso di yoga nella sezione femminile del carcere, indipendente dal corso per tecnici di scuderia. Conclude il maestro: «Il presupposto dello yoga è che il respiro sia fortemente collegato al cervello. Insegnare a persone in difficoltà a osservarsi in caso di attacchi di rabbia o di panico può aiutare a garantire serenità mentale indispensabile anche per il futuro ritorno in società». •

Chiara Bazzanella

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