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Operazione «Hope and Destiny»

Vittima della tratta:
«Lampedusa-Verona
e poi sulla strada»

Operazione «Hope and Destiny»
Rituali per far prostituire, 9 arresti

Passa anche da Verona il racconto di una delle vittime della tratta di persone dalla Nigeria portata avanti da due organizzazioni smantellate tra Parma e Bologna dall’operazione «Hope and Destiny». Si tratta di una donna che ha raccontato di essere stata convinta a intraprendere il viaggio verso l’Italia dalla Libia a Lampedusa con la promessa di un lavoro da cameriera.

 

Il caso risale ai primi mesi del 2017. La donna ha raccontato di essere stata avvicinata da un finto benefattore che l’ha convinta a partire per essere assunta in un ristorante in Italia. Poi i primi contatti con l’organizzazione criminale che, secondo quanto emerso dall’indagine, gestisce veri e propri centri di smistamento, chiamati «ghetti» dalle vittime, sono avvenuti durante il tragitto. Due sarebbero nelle città di Sebha in Nigeria e Osas nella Libia.

 

Infine, dopo l’approdo in Italia con un gommone a Lampedusa assieme ad altre 300 persone e il trasferimento nel centro di accoglienza di Verona la donna ha scoperto la verità: un debito da saldare di 40mila euro, passaporto ritirato e lavoro sulla strada fra Parma e il capoluogo veneto. Per un breve periodo ha anche dovuto soggiornare a Losanna, in Svizzera, dove si prostituiva. Il denaro guadagnato finiva tutto nelle mani della sua «madame».

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