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DONNE VITTIME

Violenza di genere, in crescita le denunce per i reati «spia»

Vanessa Pellegrino
Vanessa Pellegrino
Vanessa Pellegrino
Vanessa Pellegrino

Un aumento delle denunce e un incisivo incremento degli ammonimenti emessi dal questore per contrastare i comportamenti violenti. Questo il quadro della violenza di genere a Verona secondo l’osservatorio della Polizia di stato tratteggiato negli ultimi due anni, quelli che fanno rima con emergenza sanitaria.

 

Una cornice non indifferente per un fenomeno che spesso nasce e cresce proprio all’interno delle mura domestiche, dove l’«orco» è il marito, il compagno, il padre. La convivenza forzata imposta dal lockdown, la condivisione più prolungata di spazio e tempo da parte delle vittime con i loro aggressori imposta dalle misure di contenimento del virus hanno fatto registrare infatti un aumento delle denunce presentate alla Questura di Verona per i cosiddetti reati spia: i maltrattamenti contro familiari e conviventi, gli atti persecutori (il cosiddetto stalking) e le violenze sessuali.

 

«Il dato non corrisponde necessariamente, è bene precisarlo, a una recrudescenza del fenomeno», chiarisce Vanessa Pellegrino, dirigente delle Volanti e portavoce del Questore. «Resta il fatto che i nostri uffici, nel 2020, hanno rilevato un lieve incremento dei casi di maltrattamenti contro familiari e conviventi rispetto al dato del 2019, mentre nel primo semestre del 2021 il dato, per il momento, rimane in linea con quello di due anni fa».

 

Anche per quanto concerne lo stalking si segnala un aumento degli episodi nel 2020 rispetto all’anno precedente e nel 2021, dall’inizio dell’anno ad oggi, i casi risultano il linea con lo scorso anno. Segno più, nel 2020, anche per le violenze sessuali, mentre nel 2021 i casi ad oggi denunciati risultano aver già quasi raggiunto la totalità del numero del 2020.

 

«Significativo», prosegue Pellegrino, «anche il sensibile incremento degli ammonimenti emessi dal questore di Verona, Ivana Petricca, nel corso del 2020. Un trend che continua anche quest’anno». Un istituto nato per dissuadere l’autore dal compiere ulteriori azioni negative nei confronti della vittima. «E che, in particolare per i casi di stalking, si sta dimostrando molto utile in ottica di prevenzione», continua la dirigente delle Volanti, «in alternativa alla funzione repressiva della querela».

 

Un elemento determinante per scongiurare esiti irreparabili o il ripetersi dei comportamenti criminosi, nella violenza di genere, è infatti il fattore tempo. E proprio su questo fa leva la legge n.69/2019, il cosiddetto «Codice Rosso», che punta non solo su un generalizzato inasprimento delle pene per questo genere di reati, introduce quattro nuove fattispecie, dal “revenge porn“ al delitto di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso, ma che prevede anche uno sprint per l’avvio del procedimento penale per questi reati.

 

«La conseguenza», aggiunge la dirigente delle Volanti, «è che potranno essere adottati più celermente eventuali provvedimenti di protezione delle vittime». Intanto la Polizia, mentre prosegue la sua campagna di sensibilizzazione «Questo non è amore…», grazie alla recente la collaborazione con l’Associazione Ares e il protocollo Zeus, punta a intervenire anche sugli autori del reato tramite un’incisiva opera di rieducazione e di prevenzione. •.

Elisa Pasetto

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