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Viaggio in Croazia, altri due contagi

Uno scorcio dell’isola di Pag, in Croazia, con gli stabilimenti balneari. È meta dei giovani che festeggiano dopo la maturità
Uno scorcio dell’isola di Pag, in Croazia, con gli stabilimenti balneari. È meta dei giovani che festeggiano dopo la maturità
Uno scorcio dell’isola di Pag, in Croazia, con gli stabilimenti balneari. È meta dei giovani che festeggiano dopo la maturità
Uno scorcio dell’isola di Pag, in Croazia, con gli stabilimenti balneari. È meta dei giovani che festeggiano dopo la maturità

Altri due casi positivi tra i giovani in viaggio sull’isola di Pag, in Croazia. E poi un medico dell’ospedale Orlandi di Bussolengo «ripositivizzato», ovvero di nuovo con il coronavirus dopo averlo debellato in precedenza. Sono i casi particolari tra i nuovi contagi di Verona che torna sopra la soglia dei 100 positivi, cosa che non accadeva dal 17 giugno. Tra questi c’è anche una bambina piccola di Albaredo d’Adige alla quale è stato riscontrato il virus dopo un controllo al Pronto Soccorso di San Bonifacio. Ai nuovi casi si aggiungono quello di un anziano di Vigasio che ha vissuto a stretto contatto con un positivo. E ancora due signore romene, una di San Giovanni Lupatoto e una residente a Verona, esposte al virus nel loro Paese, dove erano rientrate per un po’. Non ci sono decessi e nei casi positivi si tratta di persone asintomatiche perlopiù, ma che possono contagiare persone più fragili. Si aggiungono, dunque, altri due casi positivi ai cinque già registrati tra i giovani veronesi che hanno partecipato alla settimana sull’isola croata di Pag per festeggiare il diploma di maturità. I ragazzi, tutti diciannovenni, erano undici su un pullman di una sessantina di coetanei veneti tutti in viaggio organizzato da un’agenzia di Brescia. I nuovi casi sono quelli di un ragazzo di Negrar e uno di San Giovanni Lupatoto che si aggiunge ai due compaesani individuati sabato insieme a un coetaneo di Verona, uno di Sona e uno di Cerea. Il fenomeno dei positivi di ritorno dalla Croazia si è registrato anche in altre regioni come Toscana e Lazio. L’isola di Pag, infatti, è meta dei giovani neodiplomati che accorrono a migliaia ogni anno, con viaggi organizzati in pullman e in nave, per trascorrere una settimana tra concerti e feste in discoteche nella località balneare. È una sorta di Ibiza dell’Adriatico, dove però le regole che ci ha imposto il coronavrus in questi sette mesi sembra non siano state messe in valigia. Alcuni giovani padovani hanno riferito che nessuno là indossava mascherine o manteneva la distanza sociale e che per questo si sono adeguati. Lo stesso è accaduto in Lazio a una comitiva di giovani tra i 17 e i 19 anni di rientro da Malta: otto casi positivi su 10 e tutti i loro contatti stretti individuati e isolati. Le istituzioni sanitarie venete ribadiscono di non correre rischi e di mettere in pratica anche in vacanza, ovunque decidiamo di andare, le tre norme basilari, anche se ci sembra che nessuno le rispetti: indossare la mascherina, lavarsi spesso le mani e mantenere la distanza sociale. Non abbassare la guardia, insomma, perché i contagi sono ancora possibili. E lo confermano i dati che ogni giorno vengono diffusi dalle Ulss provinciali. Anche perché, come si rileva da settimane, i nuovi contagi sono dovuti proprio a un «virus di rientro», portato da persone provenienti dall’estero o da chi torna da una vacanza. Particolare attenzione occorre prestarla se si viaggia nell’Est Europeo dove resta alto il rischio di contagio perché l’epidemia è arrivata dopo, rispetto all’Italia, e la carica virale è quindi più elevata. Lo confermano i rientri dalla Romania o quelli dalla Croazia dove il virus ha una particolare carica in questo periodo. In Croazia i casi di contagio sono stati oltre 5.500 per circa 160 vittime. Viaggiare sì, dunque, ma con le regole che conosciamo. •

Maria Vittoria Adami

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