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«Veronesi in prima linea
E ora aiutiamo i siriani
vicini dopo il genocidio»

Baykar Sivazliyan, a sinistra, con Garen Kökciyan, in visita a Verona
Baykar Sivazliyan, a sinistra, con Garen Kökciyan, in visita a Verona
Baykar Sivazliyan, a sinistra, con Garen Kökciyan, in visita a Verona
Baykar Sivazliyan, a sinistra, con Garen Kökciyan, in visita a Verona

Baykar Sivazliyan, 62 anni, armeno, nato a Instanbul, in Turchia, (ma per lui è Costantinopoli) docente di lingue e letterature straniere all’Università di Milano, è il presidente dell’Unione Armeni d’Italia. E non dimentica. «L’intervento della Scuola Verona finanziato dai lettori de L’Arena fu l’unica opera costruita da italiani in Armenia dopo il terribile terremoto del 1989», dice, a Verona - lui abita a Venezia - insieme a Garen Kökciyan. Cioè l’ingegnere armeno, residente nel Torinese, responsabile per il Piemonte dell’Unione Armeni d’Italia, diffusore della cultura armena e promotore del progetto della scuola in muratura a Krasar, poco distante dalla Scuola Verona in prefabbricato. Di cui resterà memoria, però, nel nuovo edificio, con l’affissione della targa. Sivazliyan, fra l’altro, studiò a Venezia negli stessi anni in cui si formò monsignor Claudio Gugerotti, veronese, ora nunzio apostolico in Ucraina dopo esserlo stato per tanti anni in Georgia, Armenia e Azerbaigian e per tanti anni operante, nel settore armeno, nella Congregazione della Chiese orientali della Santa Sede. I due si conoscono bene.

Tre milioni e mezzo di Armeni in patria; circa nove in diaspora, in Europa e in America, in particolare, dopo il genocidio compiuto un secolo fa dai Turchi, che provocò un milione e mezzo di morti e centinaia di migliaia di profughi. E dalla «diaspora» armena arrivano, alla terra mai dimenticata, un tempo territorio sterminato, tanti aiuti economici e anche sotto forma di infrastrutture come strade, scuole, case. Tanto più dopo il disastroso sisma di 27 anni fa. «Il nostro popolo è riconoscente nei confronti degli italiani e dei veronesi in particolare», spiega Sivazliyan, «e tutt’ora lo è verso i profughi della Siria e altri. Gli Armeni non dimenticano che un secolo fa i Siriani furono i primi a ospitare i nostri antenati scampati al genocidio. E oggi l’Armenia, che ha poco più di tre milioni di abitanti, dà una accoglienza dignitosa a ben sedicimila Siriani, dando loro gratis case, scuole e servizio sanitario».E.G.

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