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Pressioni sul Governo

Contagi e ricoveri, migliorano i dati e Verona sogna il ritorno in zona gialla

I controlli della Polizia Locale in Piazza Erbe durante la zona arancione FOTO MARCHIORI
I controlli della Polizia Locale in Piazza Erbe durante la zona arancione FOTO MARCHIORI
Italia quasi tutta arancione, solo quattro regioni in zona rossa

Riaprire bar, ristoranti, cinema e teatri: il mondo del lavoro preme per il ritorno delle zone gialle e la ripartenza di molte attività. Anche se non c’è una data per le riaperture, infatti, i dati del Veneto sono incoraggianti e Verona può sognare il ritorno in zona gialla nella seconda metà di aprile.

 

E diverse forze politiche spingono in questa direzione. «È ormai urgente e necessario che il governo indichi una data per le riaperture. Non è una questione formale: serve per offrire ai cittadini un segnale di fiducia e di ritorno ad una condizione di normalità. Così si ridimensioneranno angoscia e preoccupazione nonché focolai di protesta», ha ripetuto ancora una volta il presidente del Veneto, Luca Zaia.

 

«Noi non facciamo la schedina del totocalcio, sulle riaperture, ma ci affidiamo alla scienza. Quando la scienza impone chiusure è giusto chiudere, quando gli stessi dati scientifici, come accade fortunatamente da giorni, dicono che calano i ricoveri e la situazione torna più tranquilla, se la scienza vale quando si torna al rosso, vale anche quando si passa al giallo», ribadisce il leader della Lega, Matteo Salvini.

 

LA PROTESTA. Anche perchè le proteste continuano da giorni, da Nord a Sud. «Il 20 aprile chiediamo sia convocato un Consiglio dei ministri che verifichi dove tornare in zona gialla, e dove si torna alla zona gialla si può ripartire per le attività all’aperto, i ristoranti anche fino alle 20, 21. E perchè non far ripartire gli spettacoli all’aperto? Tutto ciò che si fa all’aperto e nei mercati si può riaprire. Presenteremo a Draghi un cronoprogramma per le riaperture che deve procedere con i vaccini», ha puntualizzato il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani.

 

Cosa cambierebbe in zona gialla? Durante la giornata ci si può muovere liberamente, sempre rimanendo all’interno della regione, ma dalle 22 alle 5 rimane il coprifuoco e la limitazione agli spostamenti. Rimangono aperti fino alle 18 bar, pasticcerie, ristoranti e pizzerie. Dopo le 18 e fino alle 22 è attiva la modalità asporto, anche se il cibo non si può consumare nelle vicinanze dell’esercizio commerciale.

 

I NEGOZI. Sempre in questa fascia di orario, l’ingresso e la permanenza da parte dei clienti sono consentiti esclusivamente per il tempo strettamente necessario ad acquistare i prodotti e sempre nel rispetto delle misure di prevenzione del contagio. Non ci sono limiti di orario, invece, per la modalità di consegna a domicilio del cibo. Per quanto riguarda altre attività commerciali al dettaglio, non ci sono restrizioni, «a condizione che sia assicurato, oltre alla distanza interpersonale di almeno un metro, che gli ingressi avvengano in modo dilazionato».

 

Nelle zone gialle si potrebbero riaprire i musei nei giorni infrasettimanali, resterebbero chiuse palestre, piscine, centri natatori, centri benessere e centri termali, sarebbe consentito recarsi in centri e circoli sportivi, pubblici e privati per svolgere «esclusivamente all'aperto l’attività sportiva di base, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento».

 

«Da mesi ci stiamo muovendo in questo senso - ha detto il sindaco Federico Sboarina - abbiamo allestito quattro mostre che nessuno ha ancora visto e che non vediamo l’ora di inaugurare, e fatto nuovi percorsi museali con le 5 nuove opere fra donazioni e prestiti. L’attività culturale dei musei ha prodotto progetti innovativi e per l’Arena abbiamo già inviato il protocollo per la riapertura al sottosegretario Lucia Borgonzoni che ha concordato sul fatto che Verona è capofila in Italia della ripartenza culturale». •

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