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Verona ritrova un ministro dopo 25 anni

Lorenzo Fontana ministro «in pectore» a famiglia e disabilità
Lorenzo Fontana ministro «in pectore» a famiglia e disabilità
Lorenzo Fontana ministro «in pectore» a famiglia e disabilità
Lorenzo Fontana ministro «in pectore» a famiglia e disabilità

L’ultimo era stato un Fontana. E ora c’è un altro Fontana. Dopo 25 anni Verona ha un ministro, del nascente Governo guidato da Giuseppe Conte, tornato al Quirinale dal presidente della Repubblica dopo lo stop al suo primo tentativo cui era seguito quello di Carlo Cottarelli. Il nuovo ministro veronese è Lorenzo Fontana, 38 anni, vicesegretario federale della Lega, che avrà le deleghe alla famiglia, alla demografia e alla disabilità. Il precedente era stato il democristiano Gianni Fontana, oggi 74 anni, che dal 28 giugno 1992 al 28 aprile 1993 fu ministro dell’agricoltura. Lorenzo Fontana, vicesindaco dimissionario (al suo posto entrerebbe il leghista Enrico Corsi, già assessore dal 2007 al 2015) sarebbe stato ministro con queste deleghe anche nel primo tentativo del governo Conte. L’esecutivo giallo-verde a trazione Lega-Movimento 5 Stelle, edizione seconda, ora ha anche l’appoggio, ma senza ministeri, di Fratelli d’Italia. Fontana è uno dei due più stretti collaboratori di Matteo Salvini - l’altro vicesegretario federale è Giancarlo Giorgetti - con cui ha condiviso il ruolo di eurodeputato, per nove anni. E con cui ha condiviso pure il cammino della nuova Lega sovranista e identitaria - vicina al Front National di Marine Le Pen, ma anche al presidente russo Vladimir Putin - di cui è stato l’ispiratore e per certi versi ideologo. Iscritto alla Lega da quando aveva 16 anni, già dipendente della Fiera, sposato, una figlia, laureato in scienze politiche e anche in storia con una tesi sulla demografia, Lorenzo Fontana ha ottenuto deleghe a cui ha sempre puntato. Sin da quando - pur essendo stato eletto deputato, il 4 marzo, e poi nominato vicepresidente della Camera - si è ipotizzato per lui un ruolo di governo, anche nel caso fosse stato con l’intero centrodestra. È stato protagonista di battaglie anti-gender e per la famiglia tradizionale, e ha sostenuto l’iniziativa del bus che era stato bloccato a Torino. Si era sposato cinque anni fa con rito cattolico tridentino, con celebrante don Vilmar Pavesi, esperto di quel rito, e poi anche con rito civile, con celebrante l’ex sindaco Flavio Tosi, allora ancora leghista, e Salvini testimone. «Siamo soddisfatti e attendiamo per le prossime ore la conferma», dice Fontana. «Sono contento di potermi occupare di temi che sempre ho avuto a cuore, come appunto la famiglia e lo sviluppo demografico», aggiunge, «a cui questo governo presterà molta attenzione». Posizioni chiare sulla famiglia e contro il gender, quelle espresse dallo stesso Fontana in precedenti interviste: «In questo momento storico difendere ciò che è ovvio è un atto eroico. La Resistenza oggi è contro chi vorrebbe un mondo al contrario, un mondo che vorrebbe negare l’esistenza di mamme e papà, di bambine e bambini», ha osservato. «La prima educazione è un diritto che spetta alle famiglie, non allo Stato, e questo lo dice anche la Costituzione». E poi: «Io penso, infatti, che sia sbagliato parlare, per esempio, di adozioni per le coppie omosessuali, perché un figlio ha bisogno di un papà e di una mamma. E a scuola», ha aggiunto Fontana, «i bambini vanno educati sul modello della famiglia naturale... altre formule strane non mi piacciono». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Enrico Giardini

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