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La crisi ad Est

«Verona pronta ad accogliere i profughi ucraini». Duro scontro Tosi-Sboarina su Poroshenko

L'incontro in Vescovado (foto Marchiori)
L'incontro in Vescovado (foto Marchiori)
L'incontro in Vescovado (foto Marchiori)
L'incontro in Vescovado (foto Marchiori)

Guerra in Ucraina, questa mattina in Vescovado incontro fra  il sindaco di Verona Federico Sboarina, accompagnato dal vicesindaco Luca Zanotto, dall’assessore Nicolò Zavarise e dal consigliere delegato alla Famiglia Anna Leso, il vescovo, monsignor Giuseppe Zenti e il direttore della Caritas veronese monsignor Gino Zampieri. 

L’Amministrazione comunale ha dato, spiega una nota, «la propria disponibilità a reperire fin da ora spazi per l’accoglienza di eventuali profughi, assieme alla Caritas diocesana che gode di contatti diretti con la Caritas nazionale e quella dell’Ucraina. E a mettere a disposizione una mediatrice culturale per i bisogni di chi scappa dalla guerra, ma anche gli ucraini che vivono a Verona che sono 651, principalmente donne».

 

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Per Sboarina «quello che sta succedendo alle porte di casa nostra avrà conseguenze dirette molto complicate anche per la nostra comunità, già messa in ginocchio dall’emergenza economica e dai rincari. Questa è una guerra che nessuno vuole e può permettersi, siamo vicini anche alla preoccupazione delle tante donne ucraine che sono a Verona per il lavoro e che adesso hanno mariti e figli in pericolo». Zenti ha detto che è «Imperdonabile che un capo di Stato accenda la miccia. Una decisione catastrofica e irrazionale a discapito di tutti, russi compresi».

 

LA POLEMICA

Intanto è polemica a distanza con l'ex sindaco Flavio Tosi sulla figura di Petro Poroshenko, premier ucraino al tempo del furto dei quadri di Castelvecchio, al quale Tosi diede la cittadinanza onoraria, che venne poi tolta da Sboarina durante il suo mandato.

Secondo Tosi «la maggioranza Sboarina in nome del filo-putinismo all'amatriciana provocò contro l’Ucraina, ma anche contro Verona, da sempre città che è per la democrazia e per la libertà, valori irrinunciabili. Quel voto, ispirato dal filo-putiniano Comencini, fu palesemente una presa di posizione dell’Amministrazione Sboarina contro l’Ucraina e a favore Putin. Noi la denunciammo già allora, ma a rivederla con gli occhi di oggi, dopo l’aggressione russa in Ucraina, quella presa di posizione fa ancora più orrore».

La replica di Sboarina: «Solo una persona priva di valori può pensare di sfruttare la tragedia dell'Ucraina pur di sparare l'ennesima bugia da campagna elettorale. Ci sono vittime innocenti e il mondo sta piombando in una catastrofe, ma il consigliere Tosi da sciacallo stravolge la delibera che tutto il Consiglio comunale, minoranze comprese tranne lui, ha votato. L'allora presidente Poroshenko, non solo era un personaggio discutibile, ma non ha nemmeno avuto un atteggiamento limpido nei confronti di Verona. Dal ritrovamento dei quadri rubati a Odessa alla restituzione a Castelvecchio sono passati sette mesi, senza che l'allora presidente dell'Ucraina facesse nulla. Mi auguro che alla base ci sia solo una certa ignoranza per cui non sa che Poroshenko non è più presidente da alcuni anni, in quanto è stato sonoramente mandato a casa dai cittadini ucraini, stufi probabilmente delle sue spinte fortemente bellicose, a differenza dell'attuale presidente Zelensky che ha cercato di dialogare con la Russia di Putin».

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