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Trattative con la Regione in stallo

Vaccinazioni, scoppia il caso dei medici di base: ancora esclusi dalla campagna vaccinale

Un’anziana si allontana dopo aver ricevuto il vaccino nel capannone allestito in Fiera
Un’anziana si allontana dopo aver ricevuto il vaccino nel capannone allestito in Fiera
Un’anziana si allontana dopo aver ricevuto il vaccino nel capannone allestito in Fiera
Un’anziana si allontana dopo aver ricevuto il vaccino nel capannone allestito in Fiera

Ancora esclusi dalla campagna vaccinale. Da un mese e mezzo in una decina di Regioni i medici di base sono coinvolti nelle operazioni di vaccinazione anticovid della popolazione, per specifiche categorie. Il Veneto, invece, non solo non è ancora pronto per iniziare, ma l’accordo si è incagliato nuovamente ieri mattina.

 

«Lo concluderemo martedì», ha detto l’assessore regionale alla sanità Manuela Lanzarin in conferenza ieri. Ma un paio d’ore prima, la Fimmg, la Federazione italiana dei medici di medicina generale, aveva fatto saltare l’incontro previsto appunto per discutere la bozza dell’accordo regionale. Questo perché mentre l’intesa prevedeva un coinvolgimento dei dottori di famiglia per vaccinare a domicilio le persone assistite o non in grado di muoversi, un decreto regionale del primo marzo già in vigore affida questo compito ai medici delle Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale, e non menziona i medici d base.

«La Regione ci ha convocato a un tavolo prendendo al contempo decisioni che vanno in direzione contraria», attacca il segretario della Fimmg di Verona, Guglielmo Frapporti. 

 

L'ANTEFATTO. Lunedì finalmente, dopo settimane di incontri e riflessioni, è stata consegnata alle sigle sindacali dei medici di famiglia una bozza di accordo con la Regione secondo la quale i dottori di base possono vaccinare i loro pazienti anziani che sono inseriti in programmi di assistenza domiciliare o che non possono muoversi da casa. Tra le categorie ci sono anche le persone fragili sotto gli 80 anni come diabetici, oncologici, immunodepressi e cardiopatici. Sulla questione la Fimmg di Verona aveva già abbozzato un’intesa con l’Ulss9 Scaligera per compilare un elenco di pazienti che avevano bisogno della vaccinazione a domicilio. I medici avrebbero poi utilizzato il Moderna. Nel frattempo si è lavorato alla bozza di accordo con la Regione da discutere appunto ieri con Fimmg, Snami, Sni e Intesa sindacale.

 

LO SCONTRO. «Giovedì sera però veniamo a sapere del decreto del primo marzo che non solo ci esclude», continua Frapporti, «ma prevede che tutti questi pazienti vadano nei punti vaccinali e negli ospedali. E che anche le badanti vadano in ospedale, quando la maggior parte di loro non ha la macchina. Sempre il decreto prevede che siano i medici Usca a fare le vaccinazioni domiciliari. E così abbiamo lasciato il tavolo chiedendo che nel prossimo incontro si riveda il decreto. Per gestire la campagna vaccinale è indispensabile il lavoro di tutti».

 

L'articolo completo su L'Arena in edicola

Maria Vittoria Adami

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