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In Italia quasi 7 milioni di vaccinati

Vaccinazioni di massa, Figliuolo annuncia prenotazioni per i 50enni da lunedì

Verso la scelta di posticipare a 42 giorni la seconda dose del vaccino Pfizer e Moderna, ma ci sono perplessità
Punto vaccinazioni in fiera
Punto vaccinazioni in fiera
Punto vaccinazioni in fiera
Punto vaccinazioni in fiera

La campagna vaccinale contro il coronavirus in Italia si fa sempre più di massa: da lunedì prossimo, 10 maggio, saranno aperte le prenotazioni agli over 50, annuncia il commissario all’emergenza Francesco Figliuolo. Una svolta che già alcune grandi Regioni avevano anticipato, come il Lazio, la Lombardia e il Veneto, circa un terzo della popolazione nazionale.

 

L’ulteriore balzo in avanti, fino ai nati nel 1971, è consentito «dal buon andamento della campagna di somministrazione delle categorie prioritarie, over 80 e fragili», secondo la struttura guidata dal generale. Un quarto degli italiani (25%) ha ricevuto almeno una dose, tra loro ben i tre-quarti degli over 70, quelli più a rischio di conseguenze gravi o mortali per il Covid.

 

A permettere l’apertura agli over 50 - sempre con precedenza a chi ha patologie - anche l’accumulo nei frigoriferi di 4,7 milioni di dosi di vaccini, oltre due milioni dei quali di Pfizer in consegna da ieri alle Regioni. E i 17 milioni in arrivo a maggio complessivamente, ha confermato Figliuolo. Sono finora oltre 22 milioni le dosi somministrate e si va verso i 7 milioni di vaccinati anche con richiamo.

 

La campagna non ha più visto superare l’iconico mezzo milione di iniezioni al giorno del 30 aprile, ma si mantiene comunque ben sopra le 400 mila quotidiane. Le differenze restano importanti tra Regioni e tra vaccini utilizzati. Ieri, ad esempio, secondo elaborazioni di Sky Tg24 su dati del ministero della Salute, la Lombardia ha vaccinato 35 mila persone con AstraZeneca, la Sicilia - dove è forte il rifiuto del prodotto anglo-svedese - appena 2.500. La regione martire della pandemia dopo le difficoltà iniziali sta scalando tutte le classifiche e perfino di Az è riuscita a somministrare l’83,4% delle dosi (la Sicilia all’estremo opposto il 50,4%).

 

Ma di AstraZeneca ci sono al momento in frigo 1,8 milioni di dosi e nell’ultima settimana ne sono state usate in media 86 mila al giorno in Italia. Molte meno preoccupazioni desta Pfizer-BioNtech, di cui ci sono 2,3 milioni di dosi da parte. Sta prendendo piede la scelta di posticipare a 42 giorni la seconda dose del vaccino Usa-Germania. Da lunedì lo farà la Campania, mantenendo i 21 giorni per il richiamo per chi fa la prima dose entro domenica. Perplessità invece nel Lazio, dove l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato dice che «per molte delle somministrazioni che avverranno a giugno, i 42 giorni cadranno nel mese di agosto. Temo che ci sia un riflesso negativo sulla campagna».

 

Lazio che ancora una volta tenta di stare all’avanguardia annunciando la vaccinazione dei trentenni entro la fine di luglio. In generale, posticipare il richiamo di Pfizer - come ha scelto di fare la Germania e in Italia finora solo il Trentino - (e di Moderna, che conta per una quota molto minore) permetterebbe secondo alcuni calcoli di vaccinare 3,5 milioni di persone in più nel solo mese di maggio. Una differenza non da poco per i target nazionali.

 

Intanto la possibile svolta mondiale sui brevetti dei vaccini - che sono stati privilegiati rispetto ai farmaci a motivo dell’emergenza - potrebbe spostare la direzione dalle iniezioni alle pasticche. «Ci sono almeno altri due antivirali - dice il professor Massimo Puoti dell’ospedale Niguarda di Milano -, noi inizieremo la sperimentazione il 15 maggio. Vengono dati come compresse e riducono la possibilità di sviluppare una malattia grave. Il futuro sarà una combinazione di vaccini e farmaci». Compresi anche i monoclonali. Il presente della piccola Repubblica di San Marino è invece la chiusura del reparto Covid dell’ospedale di Stato, merito anche dei vaccini Sputnik e Pfizer.

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