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LA SCOPERTA SOTTO L’ASTRA

Un «albergo» romano
nella pancia
dell’ex cinema

I ritrovamenti all’Astra
I ritrovamenti all’Astra
I ritrovamenti all’Astra
I ritrovamenti all’Astra

Non una domus romana, come le molte che negli anni sono venute alla luce qualche metro al di sotto della pavimentazione della città antica. Ma, più probabilmente, una sorta di struttura alberghiera, ricettiva: una mansio romana ovvero un’area ufficiale di sosta su di una strada consolare, adibita a luogo di ospitalità pubblica e privata. Di certo, un ricco e integro spaccato, per alcuni tratti inedito, di tessuto urbano romano.

Tutto questo è racchiuso, e in larga parte giace ancora inesplorato, nella pancia dell’ex cinema Astra, l’immobile in disuso ormai da una decina d’anni nel centro di via Oberdan.

Lo scavo archeologico, appena abbozzato, è stato realizzato ancora alcuni anni fa ad opera del team di archeologi dell’allora soprintendente Giuliana Cavalieri Manasse. E ha portato alla luce resti potenzialmente molto interessanti. «La pianta è molto articolata e, pur sempre residenziale, è certamente diversa da quella delle domus. Tra l’altro, si trova al di fuori delle mura ma la relativa vicinanza con Porta Borsari ci fa ipotizzare si tratti di un’antica struttura d’accoglienza, integra e senza ingerenze di altre epoche», riassume Brunella Bruno della Soprintendenza ai Beni Archeologici del Veneto.

Sul palazzo, almeno esteriormente ricettacolo anche di degrado e sporcizia, da qualche tempo si sono riaccesi i riflettori grazie ad alcune iniziative organizzate dall’Ordine degli Architetti con l’obiettivo di sensibilizzare sul riuso creativo degli spazi abbandonati. Tuttavia, la possibilità di veder rivivere gli spazi dell’ex Astra sembra essere ben lontana.

La destinazione d’uso del palazzo, infatti, è passata a commerciale già da qualche tempo. Ma rimane ovviamente il vincolo di tutela sui resti archeologici, su cui tra l’altro la Soprintendenza ha indicato la necessità di mantenerli visibili. Ed è molto difficile, se non del tutto da escludere, che lo spazio interrato possa essere in qualche modo utilizzato, anche solo come magazzino.

«In realtà, i resti potrebbero anche essere semplicemente conservati e ricoperti dunque di per sé non dovrebbero rappresentare un ostacolo», spiega il referente locale della proprietà, la famiglia Valerio di Roma. «L’immobile è ancora in vendita. Il prezzo richiesto è sceso di molto negli ultimi anni ma si tratta comunque di cifre impegnative. Abbiamo avuto contatti anche molto interessanti ma non si è arrivati a conclusione e non ci sono novità nell’ultimo periodo. Manca un investitore forte: i capitali, tra l’altro, trovano più facilmente mercato nelle strade maggiori come via Mazzini e via Cappello», riassume il referente.

Reperti e negozi a parte, le idee su come far rivivere questi spazi sono molte. A partire da quella lanciata dalla presidente della prima circoscrizione Daniela Drudi. «Probabilmente è pura utopia, ma sarebbe stupendo poter trasformare l’ex Astra, grazie all’intervento di alcuni sponsor forti e finanziatori, in un punto d’incontro per i giovani con un palinsesto di spettacoli organizzati da associazioni giovanili e culturali in grado di offrire serate musicali, teatrali, cinematografiche e artistiche», auspica Drudi che ha già preso contatti con la proprietà per sondarne le intenzioni.

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