Sei giorni di riunioni più o meno segrete, confronti, messaggi e telefonate, ordini calati dall’alto per candidature che non duravano nemmeno dalla sera alla mattina. Ora i giochi sono fatti, e si sono chiusi col ritorno al punto di partenza: Sergio Mattarella. Tra soddisfazioni, fiducia, respiri di sollievo ma pure un po’ di disappunto, da parte di qualcuno.
“Non ho dato la mia preferenza a Mattarella, ho continuato a votare Carlo Nordio”, spiega Ciro Maschio, Fratelli d’Italia, che ha eseguito l’ordine del partito e che punta il dito contro un centrodestra dal quale “gli elettori si aspettavano più coraggio e capacità di dialogo, più compattezza”. Soddisfatto, ma non del tutto, Davide Bendinelli, Italia Viva, che in questi giorni ha riportato sulla scheda, votazione dopo votazione, nomi differenti. “Avrei sperato di vedere Draghi come soluzione finale, la rielezione del presidente è una cosa anomala”, dice, “certo è che con Mattarella al Quirinale e Draghi alla guida del Governo, i cittadini sono garantiti e ben rappresentati”. Ne è certo anche Paolo Paternoster, esponente di quel partito – la Lega - che più di tutti ha snocciolato candidature in questi giorni: “Tutti profili di alto livello”, puntualizza, “ma alla fine abbiamo puntato su Mattarella che, insieme a Draghi, potrà garantire continuità all’azione di Governo in un periodo così complesso”.
Lo conferma anche Francesca Businarolo, M5S: “Sono felice che Mattarella abbia dato la sua disponibilità, questa è una fase in cui è necessaria la continuità”. E il Pd, che in questi giorni di nomi ne ha fatti gran pochi? Esulta: “E’ la notizia migliore che poteva arrivare all’Italia”, commenta Vincenzo D’Arienzo, “Mattarella permetterà al nostro Paese di navigare in acque molto serene”.