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Terza dose, si parte anche a Verona

Fragili La somministrazione del vaccino a un’anziana: le fasce di popolazione più fragili saranno le prime a ricevere la terza dose
Fragili La somministrazione del vaccino a un’anziana: le fasce di popolazione più fragili saranno le prime a ricevere la terza dose
Fragili La somministrazione del vaccino a un’anziana: le fasce di popolazione più fragili saranno le prime a ricevere la terza dose
Fragili La somministrazione del vaccino a un’anziana: le fasce di popolazione più fragili saranno le prime a ricevere la terza dose

A partire saranno i soggetti superfragili e gli anziani nelle case di riposo. Saranno loro a ricevere la terza dose di vaccino già dalla prossima settimana anche a Verona, dopo l’annuncio del presidente regionale Luca Zaia con il Veneto capofila a livello italiano nell’inoculazione aggiuntiva di sieri anti Covid. Non c’è ancora una data ma la partenza avverrà nel giro di pochi giorni: intanto si sa chi saranno i soggetti a beneficiarne per primi, e quindi trapiantati, malati di fibrosi cistica e dializzati oltre che affetti da altre patologie gravi. Ma non solo, perchè in contemporanea prenderà il via anche la nuova campagna dedicata agli over 80, iniziando dalle persone all’interno delle case di riposo, che già erano stati i primi a ricevere il vaccino durante lo scorso inverno. «Queste sono categorie di soggetti superfragili già facilmente individuabili, partiremo da loro», conferma il direttore generale dell’Ulss 9 Pietro Girardi, «anche se siamo in attesa di ulteriori indicazioni dopo aver ricevuto l’ultima circolare del ministero della Salute». In cui si parla di «dosi addizionali», come parte di un ciclo vaccinale primario, e di dosi «booster», come richiamo dopo un ciclo vaccinale primario. Se per dose addizionale si intende una dose aggiuntiva di vaccino a completamento del ciclo vaccinale primario, somministrata al fine di raggiungere un adeguato livello di risposta immunitaria da somministrare dopo almeno 28 giorni dall’ultima dose, per dose «booster» si intende una dose di richiamo dopo il completamento del ciclo vaccinale primario, a distanza di un determinato intervallo temporale, somministrata al fine di mantenere nel tempo o ripristinare un adeguato livello di risposta immunitaria, in particolare in popolazioni connotate da un alto rischio, per fragilità che si associano allo sviluppo di malattia grave, o addirittura fatale, o per esposizione professionale, da somministrare dopo almeno sei mesi dall’ultima dose. «Come tempi ci siamo, partiremo dalle case di riposo anche se al momento non abbiamo ancora individuato dove faremo la prima inoculazione», va avanti Girardi. Sulla dose aggiuntiva era stata chiara anche Manuela Lanzarin, assessore regionale alla Sanità, spiegando che la somministrazione di una dose «booster» riguarderà soltanto vaccini a m-RNA, e quindi il Comirnaty di BioNTech/Pfizer e lo Spikevax di Moderna, e che potrà essere eterologa: quindi chi avesse ricevuto il siero anti Covid di Pfizer potrà avere lo stesso o anche quello di Moderna, e viceversa, ma anche chi finora ha ricevuto Astrazeneca o Johnson&Johnson avrà adesso uno tra i vaccini di Pfizer e Modern a seconda della disponibilità. Ma in questi giorni si studia anche la possibilità di somministrare in contemporanea il vaccino anti Covid e l’antinfluenzale. «Abbiamo chiesto delucidazioni ad Aifa e Istituto superiore di sanità aspettiamo risposte», la precisazione dell’assessore regionale, «se dovremo farlo in due momenti diversi prima ci saranno gli over 80 poi a novembre i soggetti fragili».•.

Luca Mazzara

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