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VERONA E LA SICUREZZA

Terrorismo, denaro
e nomi sospetti
Intelligence al lavoro

Marcia di militanti dell’Isis: non è raro che vengano diffuse immagini simili dagli stessi appartenenti
Marcia di militanti dell’Isis: non è raro che vengano diffuse immagini simili dagli stessi appartenenti
Marcia di militanti dell’Isis: non è raro che vengano diffuse immagini simili dagli stessi appartenenti
Marcia di militanti dell’Isis: non è raro che vengano diffuse immagini simili dagli stessi appartenenti

Anche a Verona, quarta città turistica d’Italia, quindi potenzialmente a rischio attentati si monitorano le situazioni sospette per prevenire colpi di Daesh. Si monitorano siti segnalati, i flussi di denaro, i trasferimenti. La prevenzione degli attentati è la parola d’ordine anche qui.

Che fa tutto questo c’è una task force contro il terrorismo. Carabinieri, polizia o finanzieri, in coordinamento costante indagano, monitorano, fanno Intelligence e prevenzione. Come polizia giudiziaria il gruppo è coordinato dalla Direzione distrettuale di Venezia.

Da una parte i carabinieri con il Ros e dall’altra la Polizia con la Digos. In mezzo la Finanza che controlla flussi di denaro insoliti, perchè anche ai terroristi servono soldi, che vengono movimentati spesso dall’estero. Può darsi che alla luce dei recenti avvenimenti nell’area europea e mediterranea il ministero decida di creare una sorta di sovrastruttura, di «ufficio» antiterrorismo vero e proprio, ma per ora si procede come sempre. In passato esistevano i Nat, nuclei antiterrorismo, era l’epoca del brigatismo rosso e negli archivi c’erano i faldoni con le ricerche, le indagini depositate. Tuttavia, la recente evoluzione tattico-operativa della minaccia terroristica ha spinto anche le autorità italiane a considerare un rafforzamento delle unità speciali per contrastare al meglio attacchi complessi, simultanei e geograficamente separati come quelli avvenuti a Parigi.

Di conseguenza, il ministero dell’Interno ha recentemente richiesto e ottenuto la possibilità di impiegare in territorio nazionale i reparti speciali delle Forze Armate. Queste unità sono integrate, sin dal 2004, all’interno di un particolare comando, il Cofs (Comando interforze per le operazioni delle Forze Speciali). Il Cofs, posto alle dipendenze del Capo di Stato Maggiore della Difesa, è attualmente guidato dall'ammiraglio di divisione Giuseppe Cavo Dragone della Marina Militare italiana e dispone di una serie di reparti idonei a fronteggiare ogni tipo di minaccia: sia essa convenzionale, ibrida o terroristica. Nell’eventualità di dover fronteggiare uno scenario come quello di Parigi, a supporto di Nocs e Gis, potrebbero intervenire, dunque, anche gli incursori dell’Esercito del 9° reggimento d'assalto paracadutisti "Col Moschin", quelli del Gruppo Operativo Incursori della Marina Militare e quelli 17° Stormo Incursori dell’Aeronautica Militare Italiana. È auspicabile non doverci trovare mai in una situazione di attivazione del Cofs. Significherebbe che siamo sotto attacco.

Alessandra Vaccari

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