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«Tav e Brennero le nostre priorità No all’immobilismo»

La situazione  delle infrastrutture nella zona di Verona e regioni vicine: in verde i progetti attivi, in giallo i progetti in stand by (fonte Confindustria Verona)
La situazione delle infrastrutture nella zona di Verona e regioni vicine: in verde i progetti attivi, in giallo i progetti in stand by (fonte Confindustria Verona)
La situazione  delle infrastrutture nella zona di Verona e regioni vicine: in verde i progetti attivi, in giallo i progetti in stand by (fonte Confindustria Verona)
La situazione delle infrastrutture nella zona di Verona e regioni vicine: in verde i progetti attivi, in giallo i progetti in stand by (fonte Confindustria Verona)

Verona è una città che riveste un ruolo centrale nella logistica e nei trasporti italo-europei e gioca da sempre un ruolo da protagonista in Italia e in Europa e siccome vuole continuare a giocarlo e possibilmente a svilupparsi ancora di più, ha fame di infrastrutture che siano corridoi ferroviari, caselli autostradali, collegamenti strategici. C’è quindi un concreto ottimismo per il futuro anche se, dagli studi presentati ieri in Confindustria, c’è anche una diffusa preoccupazione per un possibile immobilismo che invece va superato con nuovo slancio. È quanto emerso dalle ricerche esposte nella sede di Confindustria dove è stato fatto il punto sull’asse del Brennero e le altre grandi opere necessarie per Verona al fine di capire a che punto siamo e quali sono le priorità grazie allo studio di Confindustria e sono stati inoltre esposti i risultati di due indagini condotte da Andrea Alemanno di Ipsos e Ennio Cascetta professore universitario a Napoli e docente di trasporti al Mit. Sono stati coinvolti 67 stakeholder del territorio esteso che va dal Brennero a Modena; 67 interviste a opinion leader di diversi ambiti di appartenenza: istituzioni locali e nazionali, aziende, operatori del settore logistica-trasporti, gestori delle infrastrutture, accademici, esperti. «Sia gli opinion leader interpellati che i veronesi vogliono le infrastrutture perché rappresentano la modernità di un Paese, meglio su ferrovia che sulla gomma, per spostare più velocemente merci e persone. Quindi c’è la volontà di andare avanti velocemente a livello nazionale tanto che è emerso come negli ultimi 4-5 anni sono stati già stanziati circa 137 miliardi di euro per le infrastrutture, conteggiati all’interno del debito pubblico italiano e aspettano solo di essere liberati», ha spiegato al termine dei lavori il presidente di Confindustria Verona, Michele Bauli. Un’occasione per fare il punto sullo stato di avanzamento delle infrastrutture e sullo sviluppo futuro degli asset esistenti e sul ruolo di Verona nella logistica del Paese. Attorno al tavolo tutti gli stakeholder veronesi e delle regioni vicine per condividere le priorità per il territorio da presentare ai decisori politici. Quelli, magari che da domenica si alterneranno al Vinitaly e ai quali si potranno ricordare le risposte che la città attende da Roma. Andrea Alemanno ha illustrato i risultati di una indagine Ipsos che ha misurato la consapevolezza dei cittadini e degli opinion leader sulla centralità logistica di Verona e il professor Ennio Cascetta ha fornito una visione del peso della direttrice del Brennero e di Verona per il flusso di Merci dall’Europa al Mediterraneo. E l’indagine Ipsos rileva «diffusi timori che il patrimonio infrastrutturale possa perdere la propria spinta propulsiva: 2 veronesi su 3 lamentano un’assenza di visione per lo sviluppo futuro del territorio, preoccupazione confermata con maggior vigore dagli opinion leader». Insomma, c’è un «preoccupato ottimismo». «Sì», risponde il presidente Bauli, «bisogna tornare a fare le cose e far muovere questo territorio che si basa sul fatto di essere crocevia sull’asse del Brennero e sull’asse est-ovest. Ci sono gli interessi particolari, leciti, ma c’è un interesse comune generale, il benessere del territorio che bisogna perseguire velocemente. Abbiamo aeroporto, interporto, fiera, fondazione Arena: le potenzialità davvero elevate». Ieri attorno al tavolo di Confindustria tutti gli stakeholder hanno portato la propria esperienza positiva ma è stato chiesto anche di stringere nuove sinergie, di fare, come si dice, sistema. «È stata chiesta più sinergia, una regia comune per avere come obiettivo condiviso il benessere del territorio», sottolinea Bauli. «Negli ultimi periodi si vede una maggiore collaborazione, bisogna farlo in maniera più rapida». Ma quali sono le priorità? Sicuramente i due corridoi europei. «Nel nostro territorio, secondo noi è importantissima la costruzione della Tav Brescia - Verona - Venezia - Trieste; la Tav permette di spostarsi velocemente e ci spostare più merci su rotaia liberando le autostrade, con più sicurezza». E poi, «il corridoio del Brennero, da dove passano transitano 133 milioni di tonnellate di merci, principale varco di confine dell’Italia. Con il tunnel entreranno più treni e più merci e quindi ricchezza e dovremo essere pronti ad accettarle e a mantenere questa infrastruttura e rafforzarla. Nel contempo, ci si dovrà collegare con i porti di Venezia, di Genova e altri terminali marittimi». Nella ricerca Ipsos, sia i cittadini che gli stakeholder interpellati ritengono che sia «ancora possibile mantenere il primato come città sfruttando le occasioni future, ma occorre agire e intervenire con urgenza e con coerenza di governance, anche perché altri territori appaiono in grado di cogliere maggiormente le opportunità grazie a una governance dei processi più unitaria». In cifre, sul primato logistico il 65% si dice ottimista e fiducioso, il 35% si dice preoccupato per vari motivi, tra cui l’atteggiamento di parte della classe politica italiana aperta al populismo, lo stallo decisionale che si protrae da tempo, l’incapacità della politica di progettare a lungo termine, la forte burocrazia e paradossalmente la posizione geografica privilegiata che può diventare una mancanza di stimoli. Attorno a noi nel frattempo, altre aree crescono come la Lombardia, Milano, Trieste, le Regioni a statuto speciale e Padova. Tutti gli interpellati, stakeholder e cittadini, chiedono investimenti nelle infrastrutture perché ritenuti fondamentali e in ordine di priorità al primo posto mettono il raddoppio del corridoio del Brennero, la Tav da Brescia a Verona, l’interporto Quadrante Europa, la rete autostradale, la Fiera, lo sviluppo dell’aeroporto. E il Brennero, secondo lo studio del professor Ennio Cascetta, «rappresenta la prima porta con un traffico maggiore del traffico totale dei valichi tra Italia e Francia e tra Italia e Svizzera: vi transita il 10,5% degli scambi commerciali totale italiani». E se si sta registrando da un lato un forte aumento di transiti commerciali con la Slovenia, confermando che il traffico verso Est è una chiave per il futuro, dall’altra si registra che nei valichi alpini con la Svizzera la maggior parte dei transiti avviene già su rotaia con una forte diminuzione di camion. •

Maurizio Battista

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