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Tagli da Roma, l’ ira di Sboarina

Panoramica sul Liston di piazza Bra
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Mannaia da Roma. Con il decreto fiscale tagliati 2,2 milioni dal Fondo di solidarietà destinato al Comune di Verona. Il Fondo è lo strumento di perequazione fiscale dei Comuni. Parte così l’ira del sindaco Federico Sboarina. Che lancia la sfida al Governo Conte bis. E apre un fronte. Stigmatizzando il fatto che, in questo modo, «a un Comune virtuoso come il nostro vengono tagliati servizi ai cittadini». «Il Governo giallorosso ancora una volta ha dimostrato la sua lontananza dal territorio», dice Sboarina, alla guida di un’Amministrazione di centrodestra, verso l’esecutivo a trazione Pd, Movimento 5 Stelle, Leu e Italia Viva. «Anzi, in questo caso il Governo è diventato un vero e proprio killer per i cittadini veronesi. Con i nuovi criteri di ripartizione del Fondo di solidarietà Verona subirà una riduzione di oltre 2,2 milioni», tuona. «Questo significa tagliare servizi essenziali, con la nostra città che è di gran lunga il Comune veneto più penalizzato». PRIMATO VENETO. Come sottolinea Sboarina, che a questo punto cerca di fare quadrato a livello territoriale per evitare di subire questa penalizzazione, al Comune scaligero «viene imposta una decurtazione insostenibile a noi e a più di 60 altri Comuni veronesi. Per questo, scriverò subito», oggi, «una lettera ai parlamentari scaligeri per investirli del problema e, insieme al presidente della Provincia Manuel Scalzotto, faremo di tutto per coinvolgere gli altri sindaci e, se serve, andare tutti a Roma a protestare». IL CONFRONTO. Secondo la comparazione effettuata da Anci, l’Associazione dei Comuni, con i nuovi criteri di riparto del Fondo di solidarietà, come cita Sboarina, «ben 418 Comuni veneti su 563 subiranno una riduzione dei fondi nel 2020, rispetto al 2019». A Verona «saranno tagliati 2.234.462 euro (erano 31.918.585 nel 2019, sarebbero 29.684.123 quest’anno), su una decurtazione complessiva per il Veneto pari a 7 milioni e 782mila euro». I CRITERI. Il Fondo di Solidarietà comunale ha l’obiettivo obiettivo di assicurare un’equa distribuzione per le Amministrazioni comunali, attraverso la compensazione delle risorse storiche e la perequazione determinata dalla differenza tra fabbisogni standard e capacità fiscale. I nuovi criteri sono stati cambiati rispetto al 2019, attraverso l’articolo 57 del decreto fiscale, e come dice una nota di Palazzo Barbieri, «sono risultati molto penalizzanti per il Veneto e in particolare per Verona». L’ANCI. «Bene ha fatto il sindaco di Treviso Conte», spiega Sboarina, «a presentare, come presidente di Anci Veneto, un emendamento all’articolo 57 del decreto fiscale. È una proposta che anche io ho condiviso e sottoscritto, perché è assolutamente intollerabile che vengano tolte risorse vitali ai Comuni virtuosi e amministrati in maniera efficiente per, eventualmente, darle a quelli in disavanzo. È una distorsione gravissima e insopportabile, per cui è assolutamente necessario lottare per ottenere la modifica», aggiunge. «Ancora una volta, c’è il rischio concreto che siano penalizzate le Amministrazioni con i conti in ordine e premiate le altre. Non dobbiamo lasciare il presidente Conte da solo, disposti a tutto pur di sventare l’attentato alla nostra comunità». •

Enrico Giardini

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