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Sviene con la mascherina Alunno si ferisce a scuola

Ragazzini tra i banchi al primo giorno di scuola alle Ippolito Nievo di Borgo Trento. L’avvio dell’anno scolastico si conferma complicato per l’emergenza Covid 19Il primario Giorgio Piacentini
Ragazzini tra i banchi al primo giorno di scuola alle Ippolito Nievo di Borgo Trento. L’avvio dell’anno scolastico si conferma complicato per l’emergenza Covid 19Il primario Giorgio Piacentini
Ragazzini tra i banchi al primo giorno di scuola alle Ippolito Nievo di Borgo Trento. L’avvio dell’anno scolastico si conferma complicato per l’emergenza Covid 19Il primario Giorgio Piacentini
Ragazzini tra i banchi al primo giorno di scuola alle Ippolito Nievo di Borgo Trento. L’avvio dell’anno scolastico si conferma complicato per l’emergenza Covid 19Il primario Giorgio Piacentini

Un dibattito che va avanti da mesi. E che non ha ancora risposte certe, anche se la società italiana di pediatra ha voluto smentire le fake news sulla pericolosità dell’uso prolungato delle mascherine nei bambini causando problemi respiratori. «Non ci sono evidenze scientifiche in letteratura che documentino che un corretto utilizzo della mascherina possa comportare difficoltà di qualche tipo», avevano precisato i pediatri. Adesso però c’è un caso a Verona che potrebbe far discutere, con un bambino svenuto in classe e poi tenuto in osservazione al pronto soccorso. È successo in una scuola primaria del territorio scaligero, in un quartiere cittadino alle porte del centro storico: nel primo giorno di lezione il piccolo alunno, che frequenta la classe prima dell’istituto, entra in classe con la mascherina come tutti i compagni si sistema sui banchi distanziati. Passano le ore e ad un certo punto sembra sentirsi male, la mascherina è sempre addosso. Il bambino sviene, e mentre cade sbatte con il mento sul banco procurandosi una leggera ferita, niente di grave ma quanto basta per allarmare tutti. Portano il piccolo alunno di sei anni al pronto soccorso dove viene medicato ma decidono anche di tenerlo in osservazione per un po’ di tempo, cercando di capire se ci sono degli altri motivi che hanno portato allo svenimento. Per fortuna tutti gli esami non rilevano altri problemi, può tornare a casa ed anche a scuola. Il dubbio però rimane, può essere stato l’uso prolungato della mascherina a causare le difficoltà respiratorie e quindi lo svenimento? «Ribadisco quanto ha già sottolineato la Sip, società italiana di pediatria, affermando come non esista niente in letteratura scientifica sui problemi che possano essere causati dall’utilizzo anche prolungato della mascherina, nemmeno nei casi di asma e epilessia», ricorda il professor Giorgio Piacentini, primario di Pediatria dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata scaligera. «L’impressione è che sia una credenza popolare e che a volte si parli un po’ per “sentito dire”, anche noi riceviamo diverse telefonate sull’argomento, con genitori preoccupati che cercano di capire se ci siano o meno problemi. Mi sento di dire che con le mascherine chirurgiche o comunque certificate non ci siano problemi, diversa invece può essere la situazione con quelle fatte in casa con materiali particolari, tessuti che potrebbero bloccare il passaggio dell’aria, su questa tipologia di dispositivi home made non possiamo essere certi». Ma potrebbe esserci un’altra spiegazione. «Può anche succedere che indossando la mascherina per tanto tempo un bambino abbia la sensazione della mancanza d’aria e inizi a respirare più velocemente», va avanti Piacentini che è anche presidente della Simri, società italiana per le malattie respiratorie infantili, «iperventilando e buttando fuori troppa anidride carbonica, in quel caso è il nostro organismo ad intervenire facendoci svenire. In generale mi sento comunque di ribadire che con le chirurgiche non dovrebbero esserci problemi nella respirazione, almeno non ci sono evidenze scientifiche di nessun tipo». Senza dimenticare che oltre alle mascherine ai bambini delle elementari viene chiesto di indossare il grembiule con le maniche lunghe, un problema in più viste le temperature di questi giorni. Assieme al caso del bambino svenuto alla scuola primaria arrivano anche alcune segnalazioni da parte di diverse insegnanti di altre scuole primarie. «Le tengono sempre, anche quando sono seduti in classe a distanza di sicurezza uno dall’altro», racconta Giovanna, che insegna in un istituto in pieno centro cittadino, «sono terrorizzati, è giusto tenerle negli spostamenti e quando non è possibile garantire la distanza minima, ma così è troppo, davvero non riusciamo a convincerli a lasciarla giù almeno quando possono». •

Luca Mazzara

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