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Dopo il caso di Verona

Studentessa bendata, altri studenti rincarano la dose: «Prof omofoba e transfoba»

Aula di una scuola superiore
Aula di una scuola superiore
Aula di una scuola superiore
Aula di una scuola superiore

Omofobia e transfobia: sono le nuove accuse rivolte da alcuni studenti alla professoressa del liceo veronese che avrebbe costretto gli alunni a bendarsi durante una verifica. Sul caso sta compiendo accertamenti il Provveditorato regionale.

 

Ora a rincarare la dose, come scrive il Corriere del Veneto, è in particolare un ex studente ora diciannovenne, diplomatosi lo scorso anno. Mentre era alle superiori, ha iniziato un percorso di transizione di genere, una situazione che a suo dire l’avrebbe portato ad avere uno scontro con la docente. «Si rifiutava di usare il pronome al maschile, sfidandomi in classe - racconta - poi mi ha punito con le insufficienze. Ho perso l’anno, anche a causa di quel brutto voto. E ho pensato perfino di fare ricorso al Tar. Ci sono stati molti tentativi di confrontarci. I miei genitori hanno tentato. Ma fuori dalla classe tutto è stato sempre negato».

 

Una versione che sarebbe confermata da alcuni compagni di classe di allora, mentre un’altra ex studentessa racconta un’esperienza simile. «Ho sempre tenuto nascosto il mio orientamento sessuale - ricorda -. Ma, proprio all’ultimo anno del liceo, ho iniziato una relazione con una ragazza della scuola ho dovuto fare coming out. Finalmente ero libera da quel segreto che mi pesava da tempo. Non ho avuto problemi con nessun altro, ma pochi giorni dopo la professoressa mi ha fermato e mi ha detto, senza dare ulteriori spiegazioni: ’Ha perso tutta la mia stima'. I risultati si sono visti subito sul mio rendimento: avevo nove, sono passata all’insufficienza grave».

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