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Storia a lieto fine al posto del Lux ora c’è l’hotel Ark

L’hotel Ark di viale Dal Cero pronto ad aprire: oggi il primo giorno di attività FOTO MARCHIORIL’ingresso dell’albergo, con le piante da poco messe a dimora
L’hotel Ark di viale Dal Cero pronto ad aprire: oggi il primo giorno di attività FOTO MARCHIORIL’ingresso dell’albergo, con le piante da poco messe a dimora
L’hotel Ark di viale Dal Cero pronto ad aprire: oggi il primo giorno di attività FOTO MARCHIORIL’ingresso dell’albergo, con le piante da poco messe a dimora
L’hotel Ark di viale Dal Cero pronto ad aprire: oggi il primo giorno di attività FOTO MARCHIORIL’ingresso dell’albergo, con le piante da poco messe a dimora

Lorenza Costantino Oggi apre un nuovo grande albergo in città. L’Ark hotel. Quattro stelle, sei piani, settanta stanze elegantemente arredate, e una capienza per almeno 150 ospiti. Dove si trova? In viale Dal Cero, in posizione strategica tra l’imbocco della tangenziale nord e la stazione di Porta Nuova. Sì, è proprio il Lux. Un nome dalle tristi evocazioni, che però d’ora in poi verrà declinato solo al passato, per lasciare posto a un’altra storia. «ARK HOTEL» è l’insegna sotto cui finalmente si illumina la grande struttura ricettiva affacciata sulla circonvallazione, ex cantiere infinito – è durato un decennio – grazie all’iniezione di liquidi operata dall’imprenditore turistico Pietro Delaini, che un anno fa è divenuto socio al 50 per cento del proprietario «storico» Luciano Lonardi. Delaini, ricordiamo, è titolare del camping Bella Italia di Peschiera, ma è più noto alle cronache per essere entrato in possesso, nel 2014, dell’ex collegio universitario Don Nicola Mazza, in località Costagrande sopra Avesa: la tenuta che ospita il più numeroso gruppo cittadino di richiedenti asilo, circa quattrocento persone. IN ESTATE, lo stesso Delaini si era sbilanciato nell’annuncio dell’inaugurazione dell’hotel di viale Dal Cero, data per lo scorso settembre. In realtà, come lui ha poi chiarito, la volontà di aprire il prima possibile si era scontrata con il «ritardo di alcune forniture». Ma il bianco hotel rivestito di pietra di Prun era praticamente finito. E i suoi due proprietari, portata a compimento la tormentata costruzione, non volevano certo sforare uno dei periodi turisticamente più redditizi dell’anno: le festività natalizie. Se non per riempire subito tutte le stanze, almeno per presentare il «nuovo Lux» alla cittadinanza e ai visitatori. DUNQUE hanno tenuto il fiato sul collo ai fornitori e atteso con ansia il compimento dell’ultimo atto burocratico: il nulla osta da parte della Provincia, dopo l’ispezione nell’albergo di qualche giorno fa. Nulla osta che è giunto per fax ieri pomeriggio, verso le 16. Subito, l’Ark si è animato di un gran brulichio per fare gli ultimi ritocchi, lustrare per bene bancone e specchi, perché stavolta «si apre davvero». Luciano Lonardi ieri era lì, visibilmente sollevato. Lui, andato vicino a perdere tutto quando le banche gli avevano chiuso i rubinetti e l’immobile era stato avviato all’asta giudiziaria, poi revocata, oggi ringrazia il socio Delaini: «È una persona preparatissima nel settore turistico. Sono sicuro che insieme faremo molto bene. Il nostro hotel è la prima “cartolina” che appare agli occhi di chi arriva a Verona in tangenziale e dalla stazione. Ecco il motivo per cui, nonostante le difficoltà, è stato importante curare l’aspetto anche esterno, con il marciapiede in pietra e il giardino piantumato, che sarà ancora più bello quando gli alberi cresceranno un po’. Non smetteremo di migliorare l’estetica». E SI TOGLIE un sassolino: «Questo immobile vale più di 14 milioni di euro, il debito era di quattro...», facendo trasparire l’amarezza per non aver ottenuto, quand’era il momento, i finanziamenti dagli istituti di credito. Il «salvataggio» è arrivato invece da Delaini, ma al prezzo di metà proprietà. Comunque si guarda avanti. «Non avremo immediatamente clientela», spiega Lonardi, «perché, per precauzione, avevamo deciso di non accettare prenotazioni fino a quando non avremmo avuto nelle mani tutte le carte in regola. Le carte, ora, ci sono. L’Ark diventa il biglietto da visita della città». •

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