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Sport in Arena? Cade l’ultimo tabù

Giovanni Malagò, presidente del Coni, in sala Arazzi con il sindaco Federico Sboarina FOTO MARCHIORIMaggio 1988: sfida Usa-Urss di pallavolo in ArenaLondra, lavori allo stadio del Tottenham: un esempio per Verona?
Giovanni Malagò, presidente del Coni, in sala Arazzi con il sindaco Federico Sboarina FOTO MARCHIORIMaggio 1988: sfida Usa-Urss di pallavolo in ArenaLondra, lavori allo stadio del Tottenham: un esempio per Verona?
Giovanni Malagò, presidente del Coni, in sala Arazzi con il sindaco Federico Sboarina FOTO MARCHIORIMaggio 1988: sfida Usa-Urss di pallavolo in ArenaLondra, lavori allo stadio del Tottenham: un esempio per Verona?
Giovanni Malagò, presidente del Coni, in sala Arazzi con il sindaco Federico Sboarina FOTO MARCHIORIMaggio 1988: sfida Usa-Urss di pallavolo in ArenaLondra, lavori allo stadio del Tottenham: un esempio per Verona?

Verona sogna un nuovo stadio per il calcio, per gli anni duemila. Ma intanto: sì a manifestazioni sportive in Arena, il monumento di duemila anni fa? Si apre più di uno spiraglio. «Sono favorevole, nel rispetto dei vincoli posti dalla Soprintendenza. Ricordo incontri di scherma al teatro greco di Taormina e ce ne furono di altre discipline a Roma, nella basilica di Massenzio, alle Olimpiadi del 1960». È la linea del presidente del Coni Giovanni Malagò, a Verona al campionato del mondo di scherma giovanile in Zai, al Cattolica Center. In municipio Malagò ha incontrato poi il sindaco Federico Sboarina. Magalò era reduce da una colazione con la campionessa di nuoto Federica Pellegrini, che vive qui e si allena nel Centro federale scaligero. Il sindaco precisa: «Dobbiamo rivedere il protocollo tra Comune, Soprintendenza e ministero dei Beni culturali, per l’utilizzo dell’Arena, che sinora ha posto il vincolo per le manifestazioni sportive. Ci stiamo lavorando. Ma sia chiaro: dovranno essere manifestazioni di qualità». Va ricordato che esiste già un’ipotesi di modifica per comprendere eventi sportivi, curata nella precedente amministrazione dall’ex assessore allo sport Alberto Bozza, con ministero e Soprintendenza. Ora Sboarina, che fu assessore allo sport dal 2007 al 2012 ed è stato fiduciario del Coni, dimostra di voler raggiungere l’obiettivo e tra l’altro cita un illustre precedente. «Ricordo il grande incontro di pallavolo in Arena tra Usa e Urss nel 1988, l’anno prima della caduta del muro di Berlino». Mentre si ragiona di candidatura della bellunese Cortina d’Ampezzo per le Olimpiadi invernali 2026 e di un eventuale coinvolgimento di Verona (altro articolo) la città punta in alto. E il discorso non può che arrivare all’idea di un nuovo stadio, per il calcio, sia per l’Hellas Verona che per il Chievo Verona, a cui l’Amministrazione sta pensando. Perciò ha preso visione a Londra, con Hellas e Chievo, del nuovo stadio del Tottenham, in costruzione. «Stiamo valutando l’opportunità di dotare la città di un impianto moderno, con spazi per la città, ma non con un centro commerciale», dice Sboarina. Si ragiona dunque di un nuovo Bentegodi e anche della possibilità che se ne costruisca uno nuovo, di dimensioni ridotte, al posto di quello attuale, inaugurato nel 1963 e ampliato e ammodernato per i Mondiali di Italia ’90. «Bisogna lavorare per realizzare qualcosa di diverso dagli stadi generati da Italia ’90. Sono passati 28 anni e gli stadi sono diventati vetusti e lontani dalle necessità sportive delle città in cui sono stati realizzati». Presenti in sala Arazzi anche Sergio Tosi, patron della Sport Management che ha la squadra di pallanuoto veronese di Serie A1, e il presidente dell’Agsm Michele Croce, Malagò e Sboarina fanno il punto sugli impianti veronesi. Così, mentre Malagò plaude all’utilizzo del Cattolica Center per la scherma - «e potrebbe ospitare incontri di molte discipline di sport al coperto, come pugilato, karate, ping pong» - si guarda anche oltre. In una città con calcio, pallavolo, basket, nuoto, pallanuoto, rugby ad alto livello. C’è l’impianto per la scherma a Chievo, al Centro sportivo Bottagisio, del Chievo calcio, dove opera anche il Canoa club Verona e dove si sta costruendo, in Adige, l’impianto di slalom canoa (finanziato dal fondo governativo Sport e periferie attraverso Coni Servizi spa). «E da assessore allo sport fui seguii personalmente il progetto del Centro sportivo», ricorda Sboarina. Ora, come ricorda Malagò, «so che il presidente del Chievo Luca Campedelli, appassionato di scherma, intende ampliare gli spazi». Verona sogna. E lavora. •

Enrico Giardini

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