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RISCHI DELLA STAGIONE

Spettacoli e pioggia
Si riapre il caso
dell’Arena coperta

Spettatori sotto la pioggia in attesa di assistere ad Aida durante la stagione lirica dell’anno scorso
Spettatori sotto la pioggia in attesa di assistere ad Aida durante la stagione lirica dell’anno scorso
Spettatori sotto la pioggia in attesa di assistere ad Aida durante la stagione lirica dell’anno scorso
Spettatori sotto la pioggia in attesa di assistere ad Aida durante la stagione lirica dell’anno scorso

Arena con l’ombrello? La pioggia abbondante di questi giorni riapre il dibattito. Con tesi opposte. I pro: «Bisogna salvare il monumento, la lirica, i concerti e la loro ricaduta economica su Verona. L’ombrello serve. Ma bisogna avere il coraggio di cambiare», dice Giorgio Pasqua, imprenditore, presidente della Fondazione Verona per l’Arena (che organizza i presepi negli arcovoli). I contro: «La peculiarità dell’Arena è di essere un teatro all’aperto, antico, e il coperchio rovinerebbe questa magia», sostiene Ivano Massignan, di Eventi, promotore di spettacoli.

Piaccia o no, il tema riemerge. Ed è il corso degli eventi a riproporlo. I concerti di Adele e di Renato Zero, con l’incubo diluvio. La stagione lirica estiva alle porte. Il 24 giugno la prima, con Carmen di Bizet. Saranno 47 recite (sette meno del 2015). Ma i concerti rock e di musica extra lirica sono ben 43, in continuo aumento. Per un totale di 90 serate nel teatro all’aperto più grande del mondo, utilizzabile per la musica dal 25 aprile al 10 ottobre.

È vero: il Comune ha già bandito un concorso internazionale di idee - finanziato con 100mila euro dal Gruppo Calzedonia - per la copertura del bimillenario anfiteatro romano. Aperto ad architetti e ingegneri, con l’obiettivo di raccogliere proposte per un tetto apribile, con struttura reversibile. Idee da presentare entro il 9 settembre. L’obiettivo è verificare se ci sono le condizioni per rendere più fruibile l’Arena, ma anche per meglio conservarla. Il Comune spende circa un milione all’anno e ora scatterà il piano di lavori per impiegare i 14 milioni ottenuto da Unicredit e Fondazione Cariverona con l’Art Bonus (defiscalizzazione fino al 65% a chi dona).

A tre settimane dall’avvio dell’Arena Opera Festival 2016, però, il Comune - che dà gratis il monumento per la lirica e invece lo affitta, per circa 50mila euro al giorno, per gli spettacoli extralirica - e la Fondazione Arena commissariata incrociano le dita. Nel 2014, estate molto piovosa pur senza alcuna opera saltata causa maltempo - secondo la Fondazione Arena le serate comunque condizionate furono 22. Con quale danno? La Fondazione stimò in due milioni e mezzo il potenziale mancato incasso per la minore vendita dei biglietti acquistati nel giorno di recita, quando si percepisce il tempo che fa.

In attesa dell’esito del concorso, se ne parla. Pasqua ha dieci ragioni per il tetto. Anzitutto l’aria e l’acqua sono più inquinate, rispetto a tanti anni fa, «e questo rovina il monumento», dice, segnalando soprattutto l’esigenza di «lasciare spazio all’innovazione, alle imprese che potrebbero trovare una soluzione, e ce ne sono, per coprire l’anfiteatro e fare in modo che si possa utilizzare tutto l’anno, anche per tornei sportivi, congressi, spettacoli vari. Facendo raddoppiare l’indotto di mezzo miliardo all’anno per l’economia veronese».

Per Massignan però è «pollice verso». Ma gli artisti che vogliono esibirsi in Arena non hanno mai auspicato che si possa coprire contro la pioggia? «In base alla mia esperienza dico proprio di no. Anzi, siccome ogni tanto il tema riemerge, mi fanno sapere che se ci fosse una sorta di ombrello sull’Arena non verrebbero proprio a cantarci e suonarci dentro. Per me, ripeto, sarebbe un danno». Comunque andrà, a ogni concerto dita incrociate.

Enrico Giardini

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