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«Spese non giustificabili»
Gasparato rinviato a giudizio

Matteo GasparatoIl pm Beatrice Zanotti
Matteo GasparatoIl pm Beatrice Zanotti
Matteo GasparatoIl pm Beatrice Zanotti
Matteo GasparatoIl pm Beatrice Zanotti

Ieri mattina il gip Raffaele Ferraro l’ha rinviato a giudizio. Il presidente del Consorzio Zai Matteo Gasparato il prossimo 9 maggio sarà giudicato per peculato dal collegio presieduto dalla dottoressa Paola Vacca.

L’amministratore veronese è accusato di aver utilizzato la carta di credito dell’ente per pagare pranzi e cene con amici alias persone senza ruoli istituzionali tali da giustificare la spesa di soldi pubblici. Secondo l’articolo 314 del codice penale, Gasparato, avendo in ragione del suo ufficio il possesso o comunque la disponibilità di denaro dell’ente, se ne sarebbe indebitamente appropriato.

Ha provato, il manager (difeso dagli avvocati Umberto De Luca e Filippo Vicentini), a spiegare che si trattava di colazioni di lavoro fornendo pure l’elenco, nel rimborso spese, delle persone invitate ma nel corso delle indagini non è stata riscontrata corrispondenza tra quanto sostenuto dall’imputato e la reale identità di chi ha beneficiato dei pasti gratis.

«Contraddizioni» che configurano l’illecito penale, supportate anche dalle intercettazioni a cui è stato sottoposto Gasparato. A finire sotto la lente del pm Beatrice Zanotti sono esattamente ventidue uscite «aziendali» al ristorante, tra aprile e ottobre 2014 per una spesa media mensile di 750 euro, alle quali avrebbero preso parte ospiti non titolati in alcun modo a beneficiarne: non ci sarebbe stato nessun politico, nessun rappresentante di enti, nessun «personaggio pubblico» al tavolo del presidente bensì amici e conoscenti che avrebbero mangiato a spese del Consorzio Zai: il conto sarebbe infatti stato sempre pagato con la carta di credito aziendale. E’ precisa la lista della spesa che la Procura accolla a Gasparato, con tanto di date, nome dei locali e degli invitati: c’è la Costa in Bra il 28 aprile, c’è la Merica il 7 maggio, c’è il Pompiere il 12 maggio, c’è il Serenella il 20 maggio.

Per ogni «tavolata», il presidente ha poi indicato il nome degli ospiti e il loro ruolo istituzionale. Addirittura uno dei pranzi sotto accusa sarebbe stato con l’allora ministro Lupi e con alcuni membri del suo staff ma né il responsabile del dicastero né i suoi collaboratori erano a Verona nei giorni indicati. C.F.

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