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Soldi russi, Fontana al contrattacco

Insieme nel 2016: da sinistra Lorenzo Fontana, Marine Le Pen, Matteo Salvini, un’altra persona e Gianluca Savoini
Insieme nel 2016: da sinistra Lorenzo Fontana, Marine Le Pen, Matteo Salvini, un’altra persona e Gianluca Savoini
Insieme nel 2016: da sinistra Lorenzo Fontana, Marine Le Pen, Matteo Salvini, un’altra persona e Gianluca Savoini
Insieme nel 2016: da sinistra Lorenzo Fontana, Marine Le Pen, Matteo Salvini, un’altra persona e Gianluca Savoini

C’era anche lui, a Verona, in Gran Guardia, tra i centinaia di partecipanti al Congresso mondiale della famiglia, dal 29 al 30 marzo scorso, in un clima incandescente di contrapposizione con l’esterno sui temi etici, dalla famiglia tradizionale all’aborto. Del resto Gianluca Savoini, presidente dell’Associazione culturale Lombardia-Russia, che risulta indagato perché a Mosca avrebbe trattato con alcuni russi per far arrivare 65 milioni alla Lega all’interno di un affare sul petrolio - accusa da lui rigettata: «Una buffonata, finirà tutto in un niente», ha dichiarato alla Stampa - è un grande tessitore di rapporti economico-culturali con la Russia. Oltre che molto vicino alla Lega. E noto a Verona. E in occasione del congresso erano presenti numerosi esponenti del mondo russo, politici e religiosi. Oltre a conservatori cattolici americani, come i russi vicini ai sovranisti come la Lega guidata da Matteo Salvini, ministro dell’Interno. Il quale ha pure smentito, annunciando querele, che il Carroccio abbia mai ricevuto soldi dalla Russia. Savoini, come ha pure riportato La Stampa, nei giorni del congresso a Verona ha incontrato all’hotel Due Torri, Mikhail Yakushev, vicepresidente del think thank Katehon, che si occupa di analisi geopolitica e geostrategica. La nostra città del resto è un punto di riferimento per i rapporti italo-russi. La Gran Guardia ospita il Forum eurasiatico, aperto l’anno scorso proprio da Salvini, organizzato dall’Associazione Conoscere Eurasia, con top manager, politici, economisti italiani, europei ed eurasiatici e da tutto il mondo. Ma ci sono poi altre contatti. È il caso di Stefano Valdegamberi, il consigliere regionale della Lista Zaia impegnato contro le sanzioni economiche alla Russia a causa della presunta occupazione della Crimea, nel duro scontro con l’Ucraina. E ha parlato nei giorni scorsi alla Duma, il Parlamento di Mosca, al secondo Forum sul Parlamentarismo mondiale. E c’era anche lui, al Congresso della famiglia, dove ha incontrato tra l’altro Alexey Komov e Viktor Zubarev, rispettivamente rappresentante del Congresso mondiale delle famiglie in Russia e parlamentare del partito Russia Unita, entrambi relatori a Verona. Dove pure è attiva l’associazione Veneto Russia, presieduta da Palmarino Zoccatelli - e ne fa parte anche Valdegamberi - che tra l’altro il 27 febbraio 2017 organizzò a Verona la mostra fotografica «La tragedia del Donbass», sulla terra contesa tra Ucraina e Russia. E il 16 dicembre 2016 fece tappa a Verona con un convegno sulle scenario geopolitico Generazione Donbass, a cui c’era tra gli altri Gianluca Savoini, oltre a Zoccatelli e a Vito Comencini, deputato e consigliere comunale della Lega, pure impegnato sul tema Donbass. Ma torniamo a Savoini. Il caso, lo ricordiamo, è venuto alla luce in maniera eclatante dopo la pubblicazione di un audio sul sito web americano BuzzFeed, che riporta tra le altre la sua voce insieme a quelle di altri italiani e russi che avrebbero trattato i presunti finanziamenti per la Lega. Sul caso Lega-Savoini si è espresso però un uomo di punta della Lega, oltre che del Governo: il neoministro agli Affari europei Lorenzo Fontana, veronese, vicesegretario della Lega. Ai tempi del congresso della famiglia a Verona era ministro della Famiglia e alle Disabilità. Tre anni fa tra gli altri era con Salvini e Marine Le Pen a un incontro politico, in cui c’era anche Savoini. Spesso stato fotografato con Salvini. Sul caso dei presunti fondi russi Fontana però non usa mezze misure. «Fondi russi? È una cosa ridicola. Non esiste. Soldi non ne ho mai visti. La verità è che da quando c’è stato Matteo segretario noi abbiamo sempre avuto zero in cassa. Che cerchino tranquillamente: non ho alcuna paura. Bisogna comunque vedere se ci sono prove effettive», ha aggiunto, sui presunti soldi alla Russia. «Io non ho visto nulla». Fontana, l’ideologo della nuova Lega sovranista-identitaria a trazione Salvini, fa però un passo indietro. «C’è un precedente: Donald Trump. Per anni hanno detto che aveva barato alle elezioni con la complicità della Russia e poi si è scoperto che era solo propaganda», ha detto sull’inchiesta aperta dalla Procura di Milano sul rapporto Lega-Russia. «Non c’è assolutamente nulla», ha proseguito, spiegando gli obiettivi della Lega sul fronte internazionale. «Noi siamo contro la sanzioni alla Russia, un partner internazionale e parte dell’Europa. Lavoriamo a un riavvicinamento tra Mosca e Stati Uniti. Sicuramente le sanzioni hanno creato difficoltà economiche non indifferenti all’Italia soprattutto in alcune regioni, quindi è importante fare un tentativo per superare questa situazione. Superare le sanzioni vorrebbe dire superare quello che è successo in Ucraina». Anche da Verona, dove pulsa anche un cuore filorusso, la Lega dunque rigetta presunti coinvolgimenti. E contrattacca. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Enrico Giardini

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