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Sióra, no ghe piase el casìn? La vaga a star in campagna

La posta della Olga
La posta della Olga
La posta della Olga
La posta della Olga

«Sono sicura» scrive la Olga «che tra i residenti del centro che si lamentano della musica troppo alta dei bar della movida, ci siano delle pittime, cioè della gente cui dà fastidio tutto, sempre e comunque, ma la reazione che ha avuto uno dei titolari di un bar di piazza Erbe alla richiesta di nuove misure restrittive che la prima circo- scrissión intende chiedere al Comune, non è piaciuta né ame né al mio Gino né, a maggior ragione, alle mie amiche che abitano vicino ai bar cosiddetti fracassoni». «Alla gente no ghe piase el casìn? “Che chiuda le finestre” ha risposto el tìssio di cui sopra come ho letto su L’Arena. Questa l’è bela. Avrò o no diritto ad aprire e chiudere le finestre di casa mia quando mi pare e piace senza dover prendere ordini dal tìssio e avrò pur diritto di starmene con le finestre spalancate la sera, specie d’estate, senza che mi entri el rumór de cadenàssi e de bandòti che produce la musica del bar che ho di fronte o a fianco o sotto?». «Perché la Gelmina che abita in centro no la pol andàr in leto a le óndeze sensa che fin a mezanote e oltre el bar che la g’à soto no’l ghe trapana el sarvèl col pum tarapùm pum tarapùm delle musiche che el spara a tuto volume?». «L’invito a chiudere le finestre da parte del tìssio contitolare del bar di piazza Erbe non è tanto lontano dall’invito a cambiare casa. “No ghe piàse el casìn, sióra? La vàga a stàr distante, magari inmezo a un campo o tacà a un cimitero dove la g’à tuto el silensio che la vol”». «Ma dicevo che ci sono anche le pittime, quel genere di persone che si lamentano anche del cip cip dei useléti e per sfrattarli tagliano gli alberi del giardino. La moiér del Bole ha tagliato el siresàr perché i merli le mangiavano le sirése, ma qui bisognerebbe aprire un altro discorso e ancó no g’ò tempo». «Dicevo delle pittime e credo che ce ne siano tante anche tra i residenti del centro che vorrebbero la chiusura della Zlt anche di sera. Le auto che passano sotto casa non le vorrebbe nessuno neanche in periferia». «Anche a San Zen o in borgo Trento c’è gente che d’estate vorrebbe dormire con le finestre aperte senza essere disturbata dal rombo delle auto e soprattutto delle moto. Ma non si possono abolire le strade né pretendere che vi passino solo i pedoni, e magari in savàte par no far rumór».

Silvino Gonzato

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