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URBANISTICA

Seminario, addio all'«Ecoborgo»

Il piano riguardava 400mila metri tra via Bacilieri e Lugagnano. Scaduti i termini di presentazione

Questi sono tempi di rinunce, non solo per i semplici cittadini, ma anche per i grandi investitori. Fra i progetti di peso annunciati negli anni scorsi, ma rimandati a causa della crisi, compare l'Ecoborgo di San Massimo: l'imponente operazione immobiliare che avrebbe dovuto trasformare la vasta area dell'ex seminario vescovile, fra le vie Bacilieri e Lugagnano, in una cittadella con funzione residenziale, commerciale, artigianale e assistenziale.
Ma dopo gli annunci e i primi rendering, mostrati dai progettisti dello studio KConsult Engineering Workshop ai consiglieri comunali, il progetto è caduto nell'oblio. Non se ne parla più da circa due anni. La conferma dello stop arriva sia da Palazzo Barbieri, attraverso l'assessore all'urbanistica Francesco Marchi, sia in Curia, dal portavoce del vescovo, monsignor Bruno Fasani: l'intervento è congelato fino a data da destinarsi.
La cordata di imprenditori, infatti, non si vuole esporre in un affare troppo grande e rischioso in un periodo in cui l'edilizia non tira. E il ripensamento è attestato pure dal fatto che i termini burocratici per realizzare l'operazione sono già scaduti, e il Pua (Piano urbanistico attuativo) relativo all'Ecoborgo è decaduto.
Lo fa notare Michele Bertucco, capogruppo del Pd, che annuncia «un'interrogazione in cui chiederò che venga formalmente riconosciuta e decretata la decadenza del progetto, a causa della mancata sottoscrizione degli atti notarili nei tempi previsti. Allo stato attuale, insomma, bisognerebbe ricominciare tutto da zero».
Solo negli ultimi giorni l'ex seminario è ricomparso fra le schede descrittive delle «Aree degradate da riqualificare»: un elenco compilato dal Comune sulla base della legge regionale sul commercio 50/2012, in cui si raccomanda di ridurre il consumo di suolo e di convogliare eventuali operazioni immobiliari sui complessi in disuso.
E così, accanto all'ex area Biasi di Borgo Roma (in attesa di notizie sull'insediamento Ikea), all'ex Tiberghien di San Michele (per la quale è appena stato lanciato un progetto di riconversione residenziale e commerciale) e ad altri 14 relitti industriali e civili, pure l'ex seminario finisce sotto la dicitura di «area degradata», conferma l'assessore Marchi, «su cui però al momento non c'è alcuna progettualità».
L'ex seminario con i suoi quasi 400mila metri quadrati supera di gran lunga l'ex Tiberghien, 40mila, l'area Biasi, 83mila, o le ex cartiere, 177mila. Più grande solo l'ex scalo ferroviario di Santa Lucia, di 500mila metri quadrati.
L'Ecoborgo si sarebbe strutturato in tre comparti. Il primo, denominato Ca' del Bisso, avrebbe ospitato case e negozi su 220mila metri quadrati; il Centro per la terza età ne avrebbe occupati 56mila; e infine la riqualificazione dell'ex seminario avrebbe portato altre abitazioni, esercizi e attività artigianali sui rimanenti 111mila metri quadrati. Un vero e proprio nuovo quartiere. Ma all'orizzonte non si staglieranno le previste case da otto-nove piani. Almeno per ora.

Lorenza Costantino

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