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La polemica

Scuolabus senza
cinture, «dare
risposte ai genitori»

La polemica
Uno scuolabus
Uno scuolabus
Uno scuolabus
Uno scuolabus

Sullo scuolabus senza cinture di sicurezza. Non perché non vengono utilizzate, ma perché non ci sono.

«Ma come?», si sono detti alcuni genitori di bambini tra i 3 e i 6 anni. «In automobile c’è l’obbligo di avere seggiolini omologati, di far sedere i piccoli sul sedile posteriore, di tenerli legati e poi quando vanno alla scuola materna possono viaggiare senza cintura? È assurdo».

A raccogliere la loro preoccupazione ha pensato la consigliera comunale Elisa La Paglia, che ieri ha depositato una domanda di attualità che verrà illustrata durante il consiglio comunale di oggi per fare chiarezza sull’uso delle cinture di sicurezza sugli scuolabus che svolgono servizio per il Comune di Verona.

«Risponde al vero che i bambini delle scuole dell’infanzia vengono trasportati su mezzi non dotati di dispositivi di sicurezza quali idonei seggiolini e cinture?», chiede La Paglia, facendo sua l’inquietudine dei genitori dei bambini che viaggiano senza essere legati. «Le risposte finora ricevute», spiega La Paglia, «che a vario titolo fanno appello a esenzioni o deroghe legate alla vetustà della flotta di scuolabus reperita dal Comune attraverso i propri bandi, non convincono. Per dare un’idea delle dimensioni del fenomeno basti pensare che solo il trasporto scolastico cittadino conta ben cinquanta linee di scuolabus, senza contare le gite».

E aggiunge: «Occorre dare al più presto a questi genitori una risposta chiara e completa. La questione presenta rilevanti aspetti assicurativi ed educativi, ma il cuore del problema resta l’incolumità fisica per i più piccoli, a maggior ragione quando sono affidati al Comune. Gli incidenti a Verona dall'inizio dell'anno sono già stati 489, come riporta il sito della polizia municipale. È nostro dovere far viaggiare i bambini in sicurezza».

 

«COME FANNO I GENITORI A STARE TRANQUILLI?»

La richiesta di cinture, a maggior ragione sui mezzi usati dai più piccoli, è una battaglia che viene portata avanti anche da Patrizia Pisi, vicepresidente nazionale di Avisl (Associazione vittime incidenti stradali, sul lavoro e malasanità), intervenuta sulla questione anche nel giugno del 2016 dopo che a Rosolotti (Sona) uno scuolabus con a bordo sette bambini delle elementari era uscito di strada finendo in una scarpata. Il mezzo non aveva cinture di sicurezza. I bimbi, però, se l’erano cavata miracolosamente: quattro con delle contusioni, due con qualche ferita. «I bambini devono essere ancorati al pulmino», sottolinea la Pighi.

«Come può un genitore lasciare andare tranquillo suo figlio su un mezzo privo di cinture quando si sa quanto sia importante essere legati. La cintura di sicurezza può fare la differenza tra esserci e non esserci più. L’anno scorso in Italia», aggiunge, «sono morti sessanta bambini a causa di incidenti stradali. Bisogna tenere alta l’attenzione, preoccuparsi dopo non serve, bisogna attivarsi prima che accadano le disgrazie. Se mio figlio dovesse andare in gita su un pullman senza cinture, io non lo manderei. È davvero paradossale», prosegue, «se disgraziatamente tuo figlio muore durante un incidente mentre guidi tu e non aveva la cintura di sicurezza ti danno il concorso di colpa per incidente mortale, se invece muore su un pulmino privo di cinture, grazie a omologazioni e deroghe, non è colpa di nessuno. Un cortocircuito assurdo».

La questione, infatti, è complessa, perché la presenza o meno di cinture dipende dal tipo di omologazione rilasciata dalla motorizzazione, che è legata anche alle deroghe previste dall’attuale normativa. Deroghe che possono valere per pullman, scuolabus e pulmini. Quindi l’assenza di cinture in certi mezzi è regolare. E può così capitare, come succede, che bambini dell’asilo in gita scolastica viaggino pure in autostrada su pullman senza cinture.

Chiara Tajoli

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