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Gli scontri di piazza Erbe

«Noi volevamo protestare pacificamente, non doveva esserci questo epilogo». 13 i fermati

Le indagini
Gli scontri in piazza Erbe (foto Marchiori)
Gli scontri in piazza Erbe (foto Marchiori)
Scontri in piazza Erbe a Verona (MARCHIORI)

Tredici persone fermate (alcune minorenni) e portate in questura nella notte. Due di loro denunciate per resistenza a pubblico ufficiale, intanto. Una delle due ha un precedente per reati contro la persona. Sei poliziotti feriti, di cui uno con una prognosi di un mese per il distacco del tendine di un bicipite. Sono queste le prime cifre di un paio d’ore di guerriglia urbana, quella nata sotto la Costa, all’imbocco di piazza dei Signori, dove il corteo, non autorizzato voleva sfondare mercoledì sera dopo l’arrivo in piazza Erbe.

 

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Una manifestazione organizzata da ristoratori e proprietari di bar che però, quando ormai il corteo aveva sfilato da corso Porta Nuova, attraverso via Roma, poi in corso Cavour, porta Borsari e in piazza delle Erbe, è degenerata per colpa di infiltrati. 

E gli organizzatori, che hanno preso le distanze dai violenti, rischiano comunque una denuncia: i cortei sono vietati dal Dpcm.

 

Un momento degli scontri in piazza Erbe (foto Marchiori)
Un momento degli scontri in piazza Erbe (foto Marchiori)

 

LE TESTIMONIANZE DEGLI ORGANIZZATORI

 

«Mi sono trovato vicino a ragazzi giovani che non ho mai visto, non so chi siano che hanno iniziato a dar contro alla polizia. E infatti, io e altre persone che hanno bar e ristoranti come me, siamo passati. I poliziotti ci hanno fatto entrare nella piazza perchè hanno capito che con quelli non c’entravamo niente. La polizia è stata fin troppo brava a gestire una cosa del genere, non si capiva più niente e io sono andato via», spiega un organizzatore, gestore di un bar.

 «Questa manifestazione era stata voluta da sei di noi, abbiamo anche incontrato quelli della Digos, avevamo preso accordi. La manifestazione era andata bene, adesso sui social leggo di quelli di Forza Nuova, delle Mascherine tricolori che hanno messo il cappello su questa cosa. Fino in piazza Erbe abbiamo organizzato noi. Da lì in poi, noi non c’entriamo proprio. Eravamo in piazza a manifestare per garantire lavoro e reddito a chi lo sta perdendo. Vi pare che andiamo a sfasciare il plateatico ai nostri colleghi? Proprio per questo abbiamo deciso di organizzare due eventi nei bar che hanno subito danneggiamenti, a parziale ristoro».

 

«Ero davanti al corteo, mio marito è cuoco e io sono un’insegnante. Sono andata con mia figlia alla manifestazione perchè credevo sarebbe stato tutto pacifico», dice un’altra delle organizzatrici, «quando siamo stati in piazza Erbe la polizia ci ha chiesto di fermarci. Una ragazzino vicino a me ha tirato fuori dai pantaloni una bottiglia e l’ha lanciata contro la polizia per poi scappare. Nel nostro corteo, che è nato per una legittima protesta, si sono infiltrate persone che non c’entravano niente. Non era un corteo organizzato dall’estrema destra. Ho letto sui social che alcuni movimenti hanno cavalcato la nostra manifestazione, ma siamo noi, ad avere organizzato la manifestazione. E alcuni sconosciuti infiltrati hanno creato disordini e scontri. Io ci ho portato mia figlia, ha 13 anni, e s’è messa a piangere quando ha visto quello che stava succedendo. Noi eravamo troppo pochi per far smettere quelli che hanno creato i disordini e non sappiamo neanche chi siano. Ma così facendo hanno fatto sì che passasse il messaggio che la manifestazione fosse stata indetta dall’estrema destra. Non è così, e non doveva avere questo epilogo», conclude la donna.

 

 

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Alessandra Vaccari

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