<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Sciopero maestre, boom di adesioni

Un gruppo di maestre veronesi in partenza ieri mattina dalla stazione per la manifestazione nazionale di Roma
Un gruppo di maestre veronesi in partenza ieri mattina dalla stazione per la manifestazione nazionale di Roma
Un gruppo di maestre veronesi in partenza ieri mattina dalla stazione per la manifestazione nazionale di Roma
Un gruppo di maestre veronesi in partenza ieri mattina dalla stazione per la manifestazione nazionale di Roma

Laura Perina Record di adesioni al primo sciopero dell'anno, quello organizzato ieri contro la discussa sentenza del Consiglio di Stato che ha tagliato fuori dalle graduatorie a esaurimento (il canale per ottenere il posto di ruolo) le maestre e i maestri con diploma magistrale, condannandoli alla precarietà. A Verona sono un migliaio i docenti che rischiano di tornare a fare i supplenti dopo quasi vent’anni di servizio. Solo alla scuola primaria ce ne sono 800. E secondo le stime dei sindacati, ieri uno su tre ha scelto di incrociare le braccia. Anche se all'ex provveditorato sono più cauti: «Non avremo il dato certo prima di domani (oggi, ndr). Per la gestione degli eventi, i docenti si interfacciano direttamente con la scuola» anticipa il dirigente dell'Ufficio scolastico, Stefano Quaglia. Mentre sono stati almeno 150, ma qualcuno dice addirittura 200, quelli partiti in trasferta per manifestare sotto le finestre degli Uffici scolastici regionali di Milano e Venezia, e a Roma davanti al Ministero dell'Istruzione in viale Trastevere. Poco dopo le 7 ha preso il treno per la capitale il gruppo più corposo, 72 agguerrite maestre con gli striscioni arrotolati sotto il braccio e «quell'inconfondibile ruga in mezzo alla fronte, segno di anni di fatiche e preoccupazioni». Impossibile non riconoscerle, nell'atrio di Porta Nuova. Insomma il primo giorno di scuola dopo la lunga pausa invernale è partito a singhiozzo. I popolosi istituti comprensivi della città hanno aperto regolarmente, complice l'organico tarato sulle dimensioni che ha permesso di assorbire le assenze. Ma un po’ dappertutto intere classi della primaria sono state rimandate a casa, oppure smistate perché mancava la maestra della prima ora. Per esempio alla «Monsignor Chiot» di via Arnolfo di Cambio, nel quartiere Stadio, la campanella è suonata solo per cinque classi su 12. A San Massimo, alla primaria «Collodi» di via Milone, hanno scioperato 15 insegnanti su 20 e la metà degli alunni ha fatto dietrofront senza nemmeno mettere piede in aula. Altrove, in provincia, le lezioni sono state sospese prolungando di un giorno le vacanze di Natale dei bambini. Del resto i plessi sono più piccoli e un pugno di maestri in meno è bastato a metterne in crisi alcuni. È successo a Breonio, dov'è rimasta chiusa la primaria che fa capo all'Istituto comprensivo Lorenzi di Fumane. A Cerea portone sprangato alla primaria Cherubine di via Leopardi, a Cologna Veneta hanno scioperato 13 delle 15 maestre in forze alla Sant'Andrea. Si è mobilitato chi ha il titolo abilitante ottenuto prima dell'anno scolastico 2001-2002, quando per insegnare è diventata obbligatoria la laurea in Scienze della formazione primaria. Alcuni sono stati assunti di ruolo (sia pure con riserva) all'inizio dello scorso anno scolastico, quando un'ordinanza cautelare del Tar ha stabilito il loro diritto di accedere alle Gae. A giugno hanno persino superato l'anno di prova previsto dalla legge, ora per loro è tutto da rifare. «Si sta assistendo a un problema giuridico non da poco» spiega Quaglia. «In Italia la norma dice che si entra in ruolo solo attraverso il concorso, e non attraverso un'ordinanza del Tar. Ma di fronte a questo caso non sappiamo che pesci pigliare. Secondo me bisognerebbe fare una sanatoria». Invece i maestri chiedono al Governo di adottare un decreto legge urgente per riaprire le graduatorie per il personale abilitato e confermare in ruolo chi è già stato assunto con riserva. Il portavoce a livello nazionale è l'Anief, l'associazione sindacale degli insegnanti e dei formatori. I vertici sono stati convocati dall'Ufficio scolastico regionale a cui hanno chiesto di farsi da tramite. Fra loro la veronese Rita Fusinato, presidente del coordinamento regionale del Veneto. •

Suggerimenti